Profughi, Fedrigotti: “Chiedono soldi, ma la norma lo vieta”

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E’ nelle mani del commissario del governo il destino dei nove profughi protagonisti dei disordini venerdì scorso in via Brennero a Trento, già segnalati per episodi precedenti di violenze e minacce nei confronti degli operatori che li assistono.  

La Provincia ha chiesto l’ allontanamento dal programma di accoglienza di chi non rispetta le regole, con relativa adozione degli adempimenti di legge che competono allo Stato italiano. 

“Chiedono denaro in contanti al posto delle tessere per acquisti,  ma abbiamo spiegato loro che la normativa nazionale non lo prevede” ha spiegato il vicario del prefetto  Lione nell’incontro ieri pomeriggio presso la residenza Brennero. L’incontro inizialmente era  in programma al mattino al Commissariato del Governo, disertato dai migranti che volevano parteciparvi in massa per riferire le ragioni della loro protesta.   

Eventuali provvedimenti dipenderanno dall’esito dell’istruttoria che dovrà accertare i comportamenti violenti. L’allontanamento dal progetto non implica  l’espulsione dall’Italia: i profughi potrebbero essere divisi e trasferiti in altri centri italiani. 

Ai nostri microfoni  Silvio Fedrigotti, dirigente generale del Dipartimento salute e solidarietà sociale, chiarisce i contenuti della normativa nazionale nell’ambito del programma di accoglienza. (Ascolta audio qui sotto

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