“Seminate la pace!”

Il vescovo ausiliare di Baghdad, Shlemon Warduni, messaggero di pace mondiale, protagonista del nuovo appuntamento con Utopia500

“Tre anni fa avevo detto che, se non fate presto e se non agite insieme, un giorno vedrete l'Isis bussare alle vostre porte, e così è successo in Francia e a Bruxelles. Dove non c'è speranza, dove c'è la guerra, bisogna seminare la pace: libertà e unità fra i popoli saranno i frutti che raccoglierete al momento del raccolto”. Più che un invito, quello ascoltato nel corso dell'incontro con monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare del Patriarcato di Babilonia della Chiesa cattolica caldea di Baghdad, è suonato come un tenero imperativo rivestito di ferrea convinzione e ripetuto più volte ha lasciato percepire la forza disarmante delle parole di chi crede fermamente che, di fronte alle persecuzioni e alle guerre, l'unica vera arma capace di interrompere la spirale di odio e violenza che attanaglia il Medio Oriente è costituita da parole e azioni di pace. Quelle che Europa e America devono attuare, interrompendo senza indugio la fabbricazione e vendita di armi e il finanziamento di gruppi terroristici che rendono l'Occidente complice dei conflitti in atto in Iraq.

Organizzato dalla casa editrice Il Margine con il Centro per la pace di Bolzano, il nuovo appuntamento con "Utopia500" intitolato "L'utopia di un mondo giusto" si è svolto nella sala Aurora di palazzo Trentini lo scorso 10 marzo a Trento, offrendo l'occasione per riflettere su temi più che mai attuali, come ha ricordato nel suo saluto il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, accogliendo monsignor Warduni, accompagnato dal coordinatore nazionale di Pax Christi, don Renato Sacco.

"L'Iraq è un paese dove si soffre molto, lacerato da due guerre che si dovevano evitare perché la democrazia si costruisce, non si esporta – ha commentato Dorigatti -. L'Europa non deve innalzare muri o filo spinato ma intervenire compatta per risolvere la questione dei profughi".

"In questo periodo in cui più forte è il rischio di cadere nella chiusura dei confini e delle coscienze, è importante ascoltare le parole di denuncia e al tempo stesso di speranza di un messaggero di pace mondiale", gli ha fatto eco il presidente del Forum trentino per la pace e i diritti umani, Massimiliano Pilati, ribadendo la necessità di attivarsi per realizzare il disarmo delle "ragioni armate".

"I governanti europei parlano di libertà e democrazia, ma in realtà non smettono di fabbricare armi", ha detto Warduni parlando non solo dell'utopia della speranza di pace per una terra da sempre martoriata da interessi economici, sfruttamento e violenti conflitti armati, ma condannando anche l'altra guerra contro l'umanità, che si combatte in Occidente, quella contro i bambini che non vengono fatti nascere.

"I cristiani sono stati cacciati dalle loro case, privati di ogni cosa, perseguitati e minacciati di morte se non se ne fossero andati. Hanno avuto la forza di non negare Cristo, ma ora vorrebbero tornare nella loro terra. E mentre Isis vuole islamizzare l'Occidente, noi viviamo nel caos, l'Europa tace e l'America è mossa da interessi economici, più che dalla volontà di portare pace e democrazia".

Presenti in sala anche alcuni studenti del progetto Radio Memoriae dedicato allo studio e all’approfondimento delle "guerre dimenticate", che hanno dialogato con monsignor Warduni, domandando come vivono i giovani a Baghdad. "Rispetto a qualche anno fa, la maggior parte delle ragazze porta il velo. Desiderano la libertà, ma non la trovano, i mullah che predicano dal minareto instillano odio nelle menti dei giovani che hanno la tv e Facebook, vanno a scuola e frequentano il catechismo, ma quando scoppiano le autobombe si diffonde la paura che li porta a stare in casa".

L'intervento armato può essere una strategia corretta contro l'avanzare dell'Isis? "La guerra non è mai giusta, siamo in guerra da 50 anni e cosa ha portato? Solo orfani, vedove, mutilati, morti. Per me la pace è essenziale – ha concluso con convinzione -, solo l'amore semina la pace e fa fiorire l'unità".

Al termine dell'incontro monsignor Warduni è stato poi accolto in Curia dall'arcivescovo Luigi Bressan prima di raggiungere Bolzano dove era atteso alla Libera Università per tenere l'incontro previsto all'interno del ciclo "La promessa dell'utopia".

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