Domenica pomeriggio, mons. Bressan ha presieduto la Via Crucis lungo i Pradiei. Ad animarla, i giovani della “Storia siamo noi” con meditazioni sulla Shoah
Monsignor Luigi Bressan sta compiendo in queste settimane nelle varie parrocchie della diocesi le ultime visite del suo episcopato. Domenica scorsa, in mattinata, ha celebrato la Messa nella basilica di Sanzeno, presiedendo poi nel pomeriggio, la Via crucis animata dai giovani della “Storia siamo noi”, con meditazioni sulla Shoah. Una lunga processione che, con più di 500 partecipanti, si è snodata lungo i “Pradiei”, località suggestiva dell’Alta Valle di Non, coperti di neve.
A Sanzeno, Bressan ha concelebrato assieme a don Cornelio Branz, don Umberto Brentari, padre Giorgio Silvestri, don Mauro Angeli e al diacono Claudio Branz. “Alla misericordia di Gesù deve corrispondere il nostro impegno, in una visione dinamica, che guarda sempre avanti, per migliorare noi stessi e gli altri”, ha detto nell'omelia, commentando il Vangelo che narra dell’adultera perdonata da Gesù.
Da una rappresentante dell’Unità pastorale sono state ricordate le numerose visite che l'arcivescovo ha fatto alla basilica e al santuario di san Romedio, in particolar modo l’ultima, e molto importante, per il cammino spirituale dei fedeli della Valle: l’apertura della Porta Santa, lo scorso 13 dicembre.
Al termine della celebrazione, il sindaco Paolo Pellizzari ha donato un quadro raffigurante il santuario di San Romedio a mons. Bressan, che ha salutato cordialmente tutti i presenti e augurato Buona Pasqua: “Non vi preoccupate, non esco dalla Chiesa, sarò sempre con voi”.
L'amministratore apostolico della diocesi di Trento, nel pomeriggio, ha presieduto poi assieme al decano don Mauro Leonardelli, padre Giorgio Silvestri, padre Antonio Mirt e don Mauro Angeli, la Via crucis che, partita dal Parco della pace di Romeno è terminata nella chiesa di san Lorenzo a Sarnonico. Erano presenti anche il coro “Cantiamo con gioia di Sarnonico, il coretto di Cavareno e il coro “Il melograno” di Sarnonico.
Lungo il percorso, i giovani – hanno meditato sulla Via crucis che Papa Giovanni Paolo II aveva recitato nel campo di concentramento di Birkenau in ricordo di padre Massimiliano Kolbe che fu santificato il 10 ottobre 1982. “Avendo appena visitato Auschwitz ci sembrava giusto riprendere queste riflessioni tratte da quella realtà atroce, perché anche oggi in molte parti del mondo si vivono situazioni simili”, spiega don Mauro Leonardelli, decano dell’Alta Valle, soddisfatto della grande partecipazione sentita e vissuta intensamente. “Avevamo stampato 350 libretti della Via Crucis e non sono bastati. Nel portare la croce si sono susseguiti vari rappresentanti delle due Unità pastorali: Santa Maria e quella dei Santi Martiri Anauniesi. Era presente anche un bel gruppo di donne rumene di rito greco-ortodosso”.
Anche padre Giorgio Silvestri manifesta la sua gioia per questa grande partecipazione alla Via crucis: “Un percorso davvero suggestivo. Essendo all’aperto, l’effetto eco faceva risuonare di più le preghiere, permettendo di interiorizzare maggiormente le meditazioni. È stato un momento di forte unione ecclesiale”.
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