Il catalogo cresce grazie alle segnalazioni dei cittadini
E’ tutto online e in continuo aggiornamento. L’Atlante italiano dei conflitti ambientali, piattaforma web ad accesso gratuito, è un’iniziativa del Centro di documentazione conflitti ambientali (Cdca) con sede a Roma (costituitosi nel 2007, vi partecipano dipartimenti universitari, ricercatori, giornalisti e comitati territoriali), in collaborazione con l’associazione “A Sud”. L’Atlante Italiano si affianca all’Atlante Globale (Ejatlas), che contiene 1.400 significativi casi di conflitto ambientale.
Nei giorni scorsi, al Centro sociale “Bruno”, in lung’Adige a Trento, l’iniziativa è stata presentata da Salvatore Altiero, campano, ricercatore in diritto ambientale e blogger.
In un anno di vita sono oltre un centinaio i casi segnalati. E non sono solo i più eclatanti – su tutti l’Ilva di Taranto, la Tav in val di Susa e la Terra dei fuochi -, ma anche molti che le cronache seguono poco, o per un tempo limitato o che hanno una visibilità solo locale e poi spariscono da televisioni e giornali. “L’obiettivo – ha affermato Altiero – è quello di restituire alle comunità la possibilità di raccontarsi”. Perché ad opporsi a opere, grandi e piccole, che potrebbero rovinare l’ambiente e provocare danni alla salute sono in tanti, e non sempre perché “basta che non sia fatta nel mio giardino”. In diversi casi le ragioni ci sono, condivisibili, e il senso del limite è sopraffatto dal profitto ad ogni costo. “Se si vuole fare una sintesi – aggiunge il ricercatore – possiamo dire che nel nord del Paese sono più frequenti i casi di grandi opere contro le quali si sono formate associazioni e comitati, mentre al centro sud le tematiche più frequenti riguardano lo smaltimento dei rifiuti con conseguenti, anche se non solo, problemi di carattere sanitario per le popolazioni”.
E’ una mappa (nella quale è inserito, per il Trentino, l’ampliamento degli impianti sciistici di Serodoli nelle Giudicarie, per ora sospeso), che cresce grazie alle segnalazioni dei territori, ai cittadini che forniscono le informazioni necessarie per andare a comporre schede dettagliate complete di progetti e materiali iconografici (oltreché investimenti, società coinvolte e percorsi di mobilitazione dal basso) che vengono verificati scientificamente dal “nocciolo duro” di esperti, non più di 4-5 e da diversi collaboratori, che si muove anche in maniera autonoma sul territorio.
A breve, nel portale troveranno posto altri “casi” trentini (le acciaierie di Borgo?, il tunnel di base del Brennero?, la Valdastico “commutata” in super Valsugana?). Altiero non entra nel dettaglio, ma sottolinea: “Il passo successivo sarà quello di fornire proposte alternative”.
L’Atlante è consultabile nel sito: atlanteitaliano.cdca.it.
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