Le suore di Madre Teresa uccise nello Yemen lo scorso 4 marzo “sono i martiri di oggi”, ma “non fanno notizia”. Domenica 6 marzo Papa Francesco all’Angelus in Piazza San Pietro ha denunciato, ancora una volta, la globalizzazione dell’indifferenza tra le cause che alimentano le guerre. Con parole commosse ha ricordato le Missionarie della Carità uccise, insieme ad altre dodici persone, in un barbaro attacco nello Yemen, dove assistevano gli anziani. "Questi sono i martiri di oggi! Non sono copertine dei giornali, non sono notizie: questi danno il loro sangue per la Chiesa. Queste persone sono vittime dell’attacco di quelli che li hanno uccisi e anche dell’indifferenza, di questa globalizzazione dell’indifferenza", ha detto il Papa, definendo le missionarie di Madre Teresa “un segno concreto per la pace e la difesa della vita”.
Le quattro suore – due ruandesi, una indiana e l’altra keniota – erano state uccise con alcuni loro collaboratori in un attacco terrorista al convento della loro congregazione ad Aden, che ospita anziani e disabili, tutti risparmiati, mentre risulta scomparso il sacerdote salesiano indiano Tom Uzhunnalil, che risiedeva presso il convento. Quanto alla matrice dell’attentato, secondo l’agenzia Fides “è noto che nella città portuale yemenita riconquistata mesi fa dalle forze fedeli al presidente Abdel Rabbo Mansour Hadi, in lotta con i ribelli houthi, sono radicati gruppi legati alla rete di al Qaida”.
Sulla vicenda Antonio Tajani, vicepresidente del Parlamento europeo, ha rivolto un’interrogazione all’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini.
Che il conflitto in Yemen si stia combattendo “con un totale disprezzo” perfino “per le regole della guerra” lo denuncia Medici senza frontiere (Msf). In meno di tre mesi sono stati attaccati quattro ospedali gestiti dall'organizzazione internazionale medico umanitaria in Yemen.
E continua a non fare notizia, salvo rare eccezioni, il fatto che l’Italia in questi mesi abbia continuato a inviare all’Arabia Saudita tonnellate di bombe aeree utilizzate per bombardare aree civili, ospedali, strutture sanitarie ed educative. “Si tratta di azioni militari che il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki moon, ha ripetutamente condannato e che costituiscono una chiara violazione del diritto umanitario”, dichiara Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio OPAL di Brescia. Neppure l’approvazione, lo scorso 25 febbraio, della risoluzione del Parlamento europeo (vedi VT n. 9/2016), che richiama la necessità di porre fine alla guerra e di fermare il flusso di armi all’Arabia Saudita, è bastata a rompere l’assordante silenzio sul conflitto yemenita.
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