Accoglienza profughi, non si ferma l’impegno della Diocesi di Trento

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Una bandiera di pace, per unire Siria e Trentino. E’ il simbolo dell’accoglienza dei 29 profughi siriani arrivati in Italia grazie al corridoio umanitario che ha fatto entrare nel nostro Paese 93 profughi provenienti dal campo di Tel Abbas nel nord del Libano.

Per i 29 siriani, accolti a Villa S. Nicolò in una struttura di proprietà della Diocesi di Trento, ora verranno attivati progetti di integrazione sociale e inserimento nelle scuole, in vista dell’ottenimento dello status di rifugiati.  Il corridoio umanitario aperto dall’Italia prevede complessivamente l’arrivo di un migliaio di persone in due anni non solo dal Libano, ma anche da Marocco ed Etiopia.

Il sevizio di copertina del nuovo numero del settimanale diocesano Vita Trentina, da oggi nelle edicole, è dedicato al reportage del nostro inviato Augusto Goio che ha seguito le tappe del corridoio umanitario dal Libano al Trentino, raccogliendo le toccanti testimonianze dei profughi siriani, fuggiti dalla città di Homs e per quattro anni accolti nel campo di Tel Abbas, seguiti dai volontari dell’Operazione Colomba. Tra loro anche la trentina Marta Matassoni. (ascolta qui sotto)

Intanto prosegue l’impegno della Diocesi di Trento nell’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale.  Ad oggi sono 62 i profughi ospiti in 12 canoniche sparse in tutto il territorio Trentino, che saliranno in breve tempo a 80 posti in 17 abitazioni. In tutto saranno messi a disposizione dall’Arcidiocesi 38 alloggi per 143 posti ed una spesa di circa 450 mila euro.

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