Una Chiesa in uscita? A Bolzano ci proviamo così

All'invito degli amici di Vita Trentina a segnalare alcune sfide in chiave “regionale” per mons. Lauro Tisi sarebbe scontato rispondere con la continuità nella collaborazione con Bolzano – Bressanone basata sulle radici comuni e riconfermata ad ogni incontro fra i nostri pastori.

In questo spirito di reciproco arricchimento preferisco quindi “narrare” il cantiere altoatesino avviato nei due anni di Sinodo diocesano. L'immagine del Centro pastorale in piazza Duomo a Bolzano, abbracciato da una fitta rete di impalcature, può essere il simbolo del nostro “restauro pastorale” che non vuole essere “di facciata”. Dentro, negli uffici pastorali, è stato avviato da alcuni mesi un lavoro di riorganizzazione interna per offrire alla Chiesa locale una struttura agile, capace di essere presente là dove oggi le tante povertà, che abitano il nostro tempo, bussano alle nostre porte.

La Diocesi di Bolzano-Bressanone lo ha ribadito più volte in questi ultimi due anni: “vogliamo essere una Chiesa in uscita”. Lo ha detto attraverso il Sinodo, così come lo ha ripetuto più volte lo stesso vescovo Muser.

Non sono ancora passati tre mesi dalla chiusura ufficiale del Sinodo che ecco arrivare le prime novità. Novità storiche per la Diocesi altoatesina, che dopo cinquant’anni dalla sua creazione, decide di abbattere tutti gli steccati, superare le divisioni e mettersi al servizio della comunità locale – di tutta la comunità locale – con dei referenti unici per tutti e tre i gruppi linguistici di questa terra. Una scelta maturata e a lungo ponderata dal vescovo Muser, un passo fortemente voluto dalla popolazione locale durante gli open space del Sinodo, soprattutto in quelli organizzati nei grandi centri abitati. Segno, questo, che si è compiuto un passo in più lungo il cammino della convivenza in questa terra.

Come osservo nell'editoriale appena consegnato in tipografia, la nomina di don Eugen Runggaldier a vicario generale unico e di Reinhard Demetz a direttore dell’ufficio pastorale unico esprime, inoltre, la volontà di proseguire nella direzione e nello spirito indicati dal Sinodo. Concludendo lo scorso 8 dicembre i lavori sinodali a Bressanone, mons. Muser aveva invitato la Chiesa altoatesina a proseguire nello spirito di sinodalità. Non solo a parole, ma anche nei fatti. E a fare il primo passo è stato lo stesso Muser, scegliendo di affidare due ruoli di punta all’interno della struttura diocesana a chi, nel Sinodo, è stato moderatore e segretario.

“Sarò un vicario… in uscita”, annuncia don Michele Tomasi, che lascia il ruolo di vicario generale di lingua italiana per assumere l’incarico di vicario episcopale per il clero. Sarà lui a seguire i sacerdoti e i diaconi diocesani, di tutti i gruppi linguistici. E per farlo ha già annunciato che lo si troverà di rado in ufficio, perché sarà sempre in macchina, per andare ad incontrare ed ascoltare i sacerdoti e le comunità là dove queste vivono.

Tante sono le povertà che bussano alle nostre porte, anche in questa bella e variegata terra incorniciata dalle montagne. C’è la crisi economica, che pesa ancora sulle spalle di tante, troppe persone che faticano ad arrivare a fine mese. C’è il grido silenzioso di chi si trova ad affrontare il naufragio del proprio matrimonio e vede disgregarsi la propria famiglia. E ci sono le tante mani tese di chi ha rischiato di sparire tra le onde del mare in un disperato viaggio della speranza, e che oggi si trova a sbattere contro i muri che si innalzano alle frontiere. Sono sfide che accomunano Trento e Bolzano, San Vigilio e San Cassiano: sarà meno ardue affrontarle insieme.

Irene Argentiero

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina