“Più ascolto e presenza delle donne in diocesi”

Prendendo spunto dall’appello di una suora a Papa Francesco, si fa presente a mons. Tisi che “le donne sono veramente poche (e sempre quelle) lì dove si riflette e si decide”

.

In vista del 3 aprile riceviamo e volentieri pubblichikamo questa “lettera aperta” che anticipa l””Operazione Ascolto” presentata in questa stessa pagina.

Carissimo don Lauro,

(permettimi ancora questa espressione che, dopo il 3 aprile, troverà una consona sostituzione più formale), ti scrivo ora che i commenti sulla tua nomina si sono un tantino diradati per offrirti poveramente qualche piccolo spunto di riflessione.

Lo faccio in questa settimana che si chiuderà, sabato sera, con la Preghiera ecumenica delle donne (a Sanzeno, in Basilica, animata come sempre dal gruppo Samuele e alla quale, quest’anno e negli anni a venire sarai sempre il benvenuto) e a ridosso dell’8 marzo che, pur essendo festa profana, spinge chi lo desidera a qualche riflessione.

Desidero citare per te quanto suor Rita Giaretta ha scritto a papa Francesco in una recente lettera, che il tamtam delle comunicazioni non ufficiali ha diffuso tra tante persone (www.mondoemissione.it/chiesa/3113), e che mi sembra quanto mai appropriato per esprimere con parole altre (per evitare l’ironia facile sulle mie) quanto vado pensando.

«Nella Sacra Scrittura di Dio si dice che ha viscere di misericordia o, per essere esatti con la traduzione, che Dio ha utero di misericordia. Si dice quindi che Dio è anche donna, che Dio è anche madre e pertanto non solo è Padre, ma Dio è Padre e Madre, come già aveva affermato papa Luciani.  E allora perché il volto della Chiesa ufficiale è espresso unicamente al maschile? …mi sento di dire che questa unicità maschile, questa assenza di donne, oso dire questa disuguaglianza, tradisce il Vangelo di Gesù. Dio all’atto della creazione ha detto: non è bene che l’uomo sia solo e senza forzature sono certa che oggi direbbe: non è bene che la Chiesa sia solo di maschi. In Gesù la Chiesa non è più una proprietà esclusiva di alcuni, ma “casa” di tutti e per tutti».

Vale anche per la nostra diocesi dove le donne sono tante nelle parrocchie, nei centri pastorali, nei luoghi di servizio, ma veramente poche (e sempre quelle) lì dove si riflette e si decide.

Suor Rita chiede al papa di fare dei gesti concreti di coinvolgimento delle donne, gli chiede in particolare di portare con sé delle donne nei suoi viaggi missionari.

Anche a te io, e tante altre donne che con me condividono la passione per questa Chiesa di Trento, chiedo gesti espliciti che portino ad un reale ascolto e una vera presenza della realtà femminile di questa diocesi di cui stai per diventare pastore.

Un secondo pensiero per te lo prendo dagli stimoli che da un po’ di tempo le donne stanno inviando alla parte maschile della Chiesa affinché ci sia una reale riflessione anche sulla maschilità. E se l’essere donna rappresenta una parzialità (e di questo noi ne siamo ben convinte) anche l’essere maschio lo è. Per tanto tempo la Chiesa si è declinata prevalentemente su un unico genere che, proprio per via di questa unicità è diventato onnicomprensivo, nella convinzione di poter sempre pensare parlare e agire per tutti, uomini e donne. Forse non ci starebbe male nel clero trentino, dai seminaristi in su, una sana riflessione sul senso autentico della maschilità, soprattutto nel riconoscimento della sua parzialità.

Ti auguro un buon cammino insieme a noi, ti auguro di saper esercitare una vera, profonda, serena paternità, mai sconfinante nel paternalismo o nel patriarcato.

Buon cammino don Lauro!

Vanda Giuliani Zanoni

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