Ma chi era Lauro? Il santo bretone con la lepre

Fin dalla nomina di mons. Tisi ci è diventato familiare questo nome. Ma da dove viene? San Lauro – l'onomastico è il 30 settembre – era un monaco vissuto in Bretagna (tanto che in originale si trova anche il termine Léri o Léry) nel secolo VII, discepolo del grande monaco bretone San Méen (Mevennus, nato verso il 540 e morto verso il 617), molto venerato  in Bretagna, ma anche nelle Chiese orientali e nella comunione anglicana.

Lauro era piuttosto d’animo eremitico. Ma sotto il re o principe bretone Giudicaele, fondò lui stesso un monastero, non lontano da Mauron (Morbihan), divenendone abate e distinguendosi per virtù, conducendovi una vita definita “celestiale”. Raccontano che lui stesso si sarebbe preparato le pietre per la sua tomba. Di fronte alla devastazioni dei Normanni, i resti mortali di San Lauro, che mostravano un potere taumaturgico, furono portati nella basilica di San Giuliano a Tours, dove il vescovo Giovanni, nel 1407, le riesumò per provvedere una tomba più degna, alla presenza della regina Maria di Francia e della figlia Maddalena. Ora la tomba si trova nel Comune di Saint Léry (presso Morbihan, in Bretagna), dove esiste una chiesa che ricalcherebbe il sito del monastero. E una costruzione neogotica, “vero gioiello d’architettura”, che presenta all’ingresso una statua di San Lauro.

Nell’iconografia, san Lauro è rappresentato spesso accanto ad una lepre.  Secondo una versione  dal sapore leggendario, durante un funerale si sarebbe fatta avanti una lepre; un panettiere che partecipava le tirò dei sassi, ma il monaco condannò il gesto. E dal quel giorno non vi sarebbe più stata una panetteria  a Saint Léry….   Un po’ come a Mortaso (in val Rendena, la valle di mons. Tisi), dove narrano che dopo aver tirato i pani raffermi a San Vigilio, non sarebbe più stato possibile far lievitare il pane!

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