Azzardo di Stato

A Trento una serata di riflessione e proposta su un fenomeno che assume le forme di una piaga sociale e che presenta zone grigie

“Secondo la mappa nazionale che abbiamo realizzato regione per regione, in Trentino Alto Adige non ci sono clan mafiosi che gestiscono il gioco d’azzardo. Non c’è nessuna sentenza giudiziaria che lo certifichi ma, comunque, non ci si può non preoccupare. Perché segnali ce ne sono. A volte, ad esempio, mi chiedo come si possa continuare ad aprire sale giochi in zone dove gli affitti sono molto alti. Insomma, i dubbi sulla presenza di una zona grigia rimangono”. La riflessione è di Chiara Simoncelli dell’associazione Libera. La platea è quella di sala Falconetto, a palazzo Geremia, a Trento, composta perlopiù da ragazzi per un incontro serale – “Azzardo legale/illegale? Cosa si nasconde dietro l’azzardo di stato” – promosso dall’Alleanza per la tutela e la responsabilità condivisa contro il gioco d’azzardo patologico, cartello di cui fanno parte enti pubblici, soggetti economici e realtà sociali che, costituitosi nel 2012, ha l’obiettivo di promuovere azioni coordinate per la prevenzione, cura e riabilitazione delle dipendenze da gioco.

Per “Azzardopoli”, dossier elaborato da Libera, a livello nazionale la mafia è l’undicesimo concessionario occulto del Monopolio di Stato, muove un giro d’affari di 10 miliardi e oltre una quarantina di clan sono “seduti” al tavolo verde. Due anni fa in Italia – che è il quarto Paese al mondo per soldi “azzardati” e il secondo per spesa pro capite – sono stati giocati 84 miliardi di euro di cui il 13% online. E’ preoccupante quanto i ragazzi siano attirati. Ancor di più ricordando che, per legge, anche il gioco d’azzardo legale è comunque vietato ai minorenni.

Matteo Iori, presidente del Conagga (Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo) e del Centro sociale Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia, ha riportato i risultati di una ricerca del Cnr secondo cui il 44% degli studenti delle scuole superiori ha giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi, il 43% ha 17 anni, il 40 arriva ai 16 e il 36% è di soli 15 anni. Inoltre, il 15% degli studenti ha giocato più di venti volte nell’ultimo anno. I ragazzi preferiscono “gratta e vinci” e scommesse sportive. Le ragazze “gratta e vinci”, lotto e superenalotto.

In Trentino Alto Adige, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha registrato un aumento stratosferico delle giocate online, le preferite dai più giovani per la loro dimestichezza con gli strumenti digitali. Nel 2013 la raccolta non arrivava al milione di euro, l’anno successivo ha toccato i 14 milioni.

“Il ruolo educativo e di controllo dei genitori verso i figli è molto importante – ha precisato Iori –. Perché, senza demonizzare, il pericolo non è tanto la giocata una volta ogni tanto, ma l’abitudine, il fatto che venga fatto passare tutto come naturale. Non è così. Sta qui il pericolo. Pensate che ci sono applicazioni per slot sugli iPad prodotte apposta per bambini dai 4 agli 8 anni. L’altro versante sul quale si dovrebbe insistere è poi quello della formazione degli esercenti”.

Miriam Vanzetta dell’Ama (Associazione mutuo aiuto) ha sottolineato che “ogni anno circa un centinaio di famiglie si rivolge a noi perché un proprio congiunto ha problemi con il gioco e i giovani sono in aumento”. “Sono contrario al proibizionismo – ha commentato Iori –. Ma ormai si è arrivati troppo in là. Lo Stato giustificò l’introduzione del gioco d’azzardo legale (da cui ricava 8 miliardi l’anno) con il contrasto alla criminalità e quindi all’illegalità. La realtà ha dimostrato invece che la diffusione capillare dei giochi non solo ha impoverito la società, ma ha fatto aumentare l’attività criminale “legale” (tramite, ad esempio, il taroccamento delle slot o i gratta e vinci fasulli) e illegale”.

“Quando ero consigliere provinciale – è stata la riflessione di Vincenzo Passerini, presidente del Cnca, il Coordinamento delle comunità di accoglienza – mi opposi all’istituzione di un casinò. Adesso è tutto un casinò, è una piaga sociale. E il primo responsabile è lo Stato che, pur di incassare, ha favorito la criminalità organizzata”. La rete Trento No slot ha annunciato che dopo la metà di marzo organizzerà in alcuni bar cittadini serate con “i cari e vecchi” giochi da tavolo.

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