“In ospedale come il buon samaritano”

Bressan ha aperto la porta della misericordia all'ospedale Santa Chiara di Trento

“Ogni volta che veniamo pellegrini in questo luogo e varchiamo questa porta, compiamo il gesto evangelico del buon samaritano, a imitazione di Gesù”. Così l‘arcivescovo Luigi Bressan, da mercoledì 10 febbraio Amministratore apostolico della Diocesi, poco prima di varcare la soglia dell’ospedale S. Chiara di Trento dove giovedì scorso, 11 febbraio, nella 24a Giornata del malato, ha aperto un’altra significativa porta santa nel Giubileo della Misericordia.

Nell’atrio, tra decine di persone – alcuni ricoverati in grado di presenziare, personale sanitario, parenti degli ammalati, sacerdoti e religiosi impegnati ogni giorno in corsia nell’assistenza spirituale e molti volontari della pastorale della salute – Bressan ha espresso l’invocazione perché i professionisti esercitino “con sapienza e umanità il loro delicato compito e gli infermi possano recuperare la salute”.

L'arcivescovo, insieme a don Cornelio Carlin, responsabile della cappellania dell'ospedale, ha posto l'accento sull'importanza di non lasciare soli gli ammalati: “Apriamo la porta del nostro cuore, per fare esperienza profonda di umanità e tenerezza verso gli infermi” ha pregato Bressan, prima di guidare una processione fino alla chiesa dell’ospedale, dove ha poi concelebrato la Messa con l’Unzione degli infermi. La liturgia è stata animata da un coro formato in particolare da infermieri dell’ospedale.

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