Andrea Pozzo (1642-1709), architetto, pittore, decoratore e teorico dell'arte, è stato una delle figure più significative del barocco italiano ed è anche, incontestabilmente, fra i (pochi) giganti che il Trentino ha donato all’arte internazionale di ogni tempo. Il lavoro che più lo impegnò e che lo ha consegnato ai posteri fu, del 1685, la realizzazione degli affreschi nel soffitto della basilica di Sant’Ignazio a Campo Marzio, nel centro di Roma. Sul soffitto piatto della chiesa Pozzo realizzò in pittura prospettica delle architetture illusorie che, dilatando il campo visivo, incorniciano non solo l’immagine ma l’idea stessa dello spirito missionario della Societas Iesu. È sotto a quegli affreschi, tra le navate e le cappelle laterali, che dal 18 febbraio al 3 aprile si potranno ammirare otto grandi alberi realizzati in grandezza naturale con rame “nativo” soffiato a fuoco e fiammato dallo scultore trentino Settimo Tamanini, Mastro 7. Non si tratta di alberi qualunque. Il melograno, il fico, il castagno, il melo, l’ulivo, la vite e il mandorlo, insieme al “roveto ardente”, di Mastro 7 sono possenti sculture dalle profonde significanze afferenti al pensiero, alla letteratura, alla religione e all’arte ebraica, cristiana e mussulmana e sono espressione di un rapporto assoluto con la cultura e il creato.
Non a caso tale prestigiosa installazione si intitola “Laudato si’ alle Radici della Vita”. Il richiamo è all’enciclica papale con argomento il rispetto dell'ambiente. Ma soprattutto il “Cantico delle creature” di san Francesco di Assisi, l’esempio per eccellenza, sono parole dello stesso Papa, “per una felice e autenticamente vissuta ecologia olistica”, ovvero globale, assoluta.
Un evento artistico di alto livello (tra i patrocinatori Comune e Provincia di Trento, Senato della Repubblica, Rettoria S. Ignazio di Loyola, UCAI, Mart), ospitato in una sede prestigiosa, sicuramente motivo di orgoglio e soddisfazione per l'artista Mastro 7.
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