A 90 anni appena compiuti il 6 gennaio, Armando Aste ripercorre la sua lunga “via” guardandola dal basso, come un rocciatore tornato al rifugio sicuro. La racconta nell'ultimo libro “Le stagioni della mia vita”, presentato sabato scorso nellla “sua” Rovereto al Teatro Zandonai gremito con gli amici della SAT e l'ottimo coro Monte Zugna di Lizzana; un diario di montagna (ma non solo) originale e avvincente come gli altri libri, certamente più sistematico e riepilogativo.
E' stato lo storico Mario Cossali, con il suo occhio critico, a ravvisare nella prosa di Aste un'attenzione insistita alle persone, attraverso l'elenco puntuale delle persone incontrate e un ricco album di ritratti fotografici. “L'incontro con dei volti, con questi volti amici – ha sottolineato Cossali – rappresenta la verità della nostra vita; nel libro di Armando sono come sentieri che ci conducono al valore universale dell'amicizia, in montagna e non solo”. Dall'etica del volto alla ricerca irrefrenabile della trascendenza che guida la vita di Aste: “La mia prima motivazione è stata scalare me stesso peregrinando per i monti”, riassume Armando ma la ricerca della vetta ideale lo conduce ben presto all'incontro con Dio. E il libro di montagna diventa anche un libro di spiritualità – come lo fu “Cuore di roccia” o anche “Alpinismo epistolare” – comunque accattivante anche per un lettore laico che riesce a condividere la forte dimensione spirituale”. Preoccupato soprattutto di non dimenticare nessuno nei ringraziamenti, Armando ha ribadito la sua poetica della montagna citando in apertura l'amico don Mario Bebber in una sua lirica e poi mandando un saluto al compianto soccorritore Oskar Piazza, scomparso in Nepal sotto il terremoto.
Mentre la SAT di Rovereto, guidata da Bruno Spagnolli, coltiva ancora la memoria attualissima del gruppo di forte rocciatori degli anni Sessanta (alcuni presenti sabato sera allo Zandonai) torna opportuna il ricordo alle radici operaie del “mistico” Armando Aste che la presentatrice Patrizia Belli ha ben ricollocato anche nella palestra della storica Manifattura Tabacchi e soprattutto nella scelta esistenziali di lasciare l’alpinismo a 59 anni per dedicarsi al fratello disabile: “Alla fine della vita – ci ha ripetuto più volte Armando – Dio non mi chiederò quali e quante scalate avrò compiuto, ma che cosa avrò fatto per gli altri”. L’editore di “Nuovi Sentieri”, Bepi Pellegrinon, ha ironicamente osservato che certamente non sarà questo l’ultimo libro di Armando ( quello dal titolo “Commiato” è diventato ormai il terzultimo), mentre Aste se la ride commosso, raccolto nel suo spirituale raccoglimento. “Estote parati”, siate preparati è il motto che egli non dimentica da vecchio esploratore, rievocando un campo scout tenuto nel 1945, appena finita la guerra, in val San Nicolò dove aveva incontrato il mitico Tita Piaz, “un ribelle della politica, capelli bianchi a spazzola”. Un altro volto fra i tanti che questo libro ci reca in dono.
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