“Se sconfiggiamo l’aborto, batteremo la denatalità”

Mauro Sarra è dal 2012 presidente del Movimento per la Vita di Trento. Come interpretate quest'andamento demografico?

E' desolante leggere questi dati, anche perché il calo preoccupante riguarda altre parti del mondo. Le origini della denatalità vanno fatte risalire come conseguenza della rivoluzione del Sessantotto, quando si era verificata una crisi antropologica. Questi “fantastici” anni Sessanta hanno visto imporsi un divertimentificio permanente, hanno avviato una rivoluzione culturale all'insegna del “libero sesso”. E' decaduto il vero concetto di umanesimo, minando fin da allora la concezione di famiglia.

Furono propugnate nuove teorie neomalthusiane (dal nome del demografo inglese Thomas Malthus, ndr) da parte di grandi organizzazioni interessate a diffondere la convinzioni che che troppi figli avrebbero creato problemi nel sostentamento della popolazione.

Fin qui l'analisi di alcune cause della denatalità. E i rimedi?

Indichiamo due priorità, sul piano della cultura e delle politiche familiari. E' urgente promuovere una vera cultura della vita andando a combattere le varie ideologie e teorie propugnate negli ultimi decenni. Ad esempio, combattere l'educazione sessuale come viene proposta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. O la facilità con cui si risponde al desiderio di poter avere dei figli attraverso la fecondazione in vitro o eterologa. E poi contrastare le condizioni che favoriscono l'aborto, rimuovendo povertà, disagio sociale, difficoltà economiche…

Nel nostro Trentino queste situazioni sono più rare che altrove…

E' vero, ma i quotidiani recentemente parlavano di circa 700 aborti all'anno, anche da parte di donne provenienti da fuori Trentino. Purtroppo la cultura dell'aborto facile vige anche da noi come nel resto d'Italia e non viene combattuta in maniera netta. Basta pensare alla diffusione degli abortivi chimici quali la pillola Ru 486 che è stata favorita anche nella nostra regione.

Nelle politiche familiari, poi, andrebbero sostenute con vantaggi fiscali le famiglie con figli.

Anche il recente Festival della Famiglia, peraltro, ha indicato il modello trentino come avanguardia a livello nazionale con la promozione dei Distretti Famiglia…

E' vero, gli strumenti di politica familiare non mancano. Semmai quello che viene sempre più minato è il livello culturale che fa sì che questi strumenti non trovino una base solida. Manca una vera educazione sul valore della vita che prevalga sulla paura di avere figli. Anche la teoria del gender non viene nettamente messa da parte o ostacolata dalle istituzioni, nonostante Papa Francesco l'abbia additata più volte come un male.

Il Movimento per la Vita, dopo il passaggio da Carlo Casini a Gianluigi Gigli alla presidenza, si sta riorganizzando a livello nazionale. L'inizio-vita resta il vostro specifico?

Il Movimento è nato in Italia nel 1978 all'indomani della legge che legalizzava l'aborto, prima causa di morte in quest'ambito. Se riuscissimo a sconfiggere l’aborto non avremmo il problema denatalità, del ricambio generazionale, delle ricadute sul sistema pensionistico e sanitario. Questo tema rimane centrale assieme ad altri momenti della vita fino alla morte (eutanasia), ma puntiamo attenzione alle sfide che interpellano l'uomo di fronte alle ideologie propugnate oggi. In questa direzione va l'incontro promosso venerdì 5 febbraio (vedi box) sull'utero in affitto.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina