Avrà un ruolo consultivo e di proposta la Consulta trentina per la riforma dello Statuto speciale per il Trentino Alto Adige Südtirol. Il disegno di legge che istituisce il nuovo organismo è approdato in aula del consiglio provinciale di Trento martedì 26 gennaio. Se il ddl, com’è probabile, verrà approvato senza modifiche la Consulta, formata dal presidente del Consiglio provinciale, sarà composta da 25 membri: 9 consiglieri (5 di maggioranza, 4 di minoranza), 3 designati dalle categorie economiche, uno dalla Cooperazione, 3 dai sindacati, 3 dal Consiglio delle autonomie, uno dalla Conferenza delle minoranze linguistiche, 3 dal terzo settore, infine 2 esperti in diritto pubblico, costituzionale o regionale designati dall’Università di Trento.

Opererà 12 mesi, prorogabili se necessario per altri 12, ed avrà 120 giorni di tempo per elaborare un documento preliminare per il progetto di riforma, cui dovrà seguire – dopo l’iter partecipativo popolare – il documento conclusivo entro altri 60 giorni.

L’articolo 3 del disegno di legge precisa inoltre la necessità di un confronto tra la Consulta trentina e la parallela Convenzione altoatesina, varata il 16 gennaio, nonché un ponderato passaggio in Consiglio regionale.

Il documento finale, frutto della condivisione dei due percorsi, verrà infine portato al tavolo del Governo e del Parlamento. Le sedute della Consulta saranno pubbliche, verbali e documenti verranno pubblicati sul sito internet consiliare. È una missione decisiva per il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti che auspica un'ampia ampia partecipazione della società civile trentina: “Dalla riforma dello Statuto di autonomia passa tutto il futuro del Trentino nei prossimi 20 anni. Non c'è spazio per piccoli interessi”.

L’obiettivo finale: definire in modo rigoroso le competenze, difendere e se possibile espandere i confini delle nostre prerogative di autogoverno locale. Oggi così esposto ai venti neocentralisti che spirano in Parlamento.