“Chi si prenderà cura degli archivi?”

Studiando i documenti della parrocchia, Modena, è riuscito a offrire alla propria comunità un importante e in gran parte inedito spaccato storico, che può aiutare anche i giovani a non smarrire le proprie radici

“Visto il continuo calare dei sacerdoti, se i parroci verranno meno, chi si prenderà cura degli archivi parrocchiali?”. Un problema non certo remoto quello messo in evidenza da Guido Modena, alla presentazione da parte di Katjuscia Tevini del suo recente libro “Marco – Storia di una Comunità e della sua Chiesa”, tenutasi il 22 gennaio, presso la biblioteca civica di Rovereto.

Studiando con passione, competenza e perseveranza i documenti della parrocchia, Modena, è riuscito ad offrire alla propria comunità un importante e in gran parte inedito spaccato storico, che può aiutare anche i giovani a non smarrire le proprie radici. Non secondaria, nelle finalità del lavoro, è stata la questione del recupero e del mantenimento dell’archivio parrocchiale, che rischiava di finire nel dimenticatoio con i suoi preziosi documenti.

Il tutto è iniziato nel 2003, quando Modena era presidente della circoscrizione ed era nato il giornalino “Il Foglio di Marco”. Iniziarono così le ricerche in quello che all’epoca era un magazzino e che solo ora – grazie al certosino lavoro di Modena e di altre persone – è in dirittura di arrivo come archivio parrocchiale. “Lo sto terminando proprio in questi giorni, poi ci sarà il problema della conservazione, dovrebbero andare al Vigilianum di Trento, anche se per noi sarebbe un’espropriazione”, afferma Modena al microfono di radio Trentino in Blu.

La prima guerra mondiale ha provocato la perdita definitiva dei registri dei nati e battezzati dal 1868 al 1892, in compenso la parrocchia di Marco custodisce importanti documenti di San Valentino di Ala. Le carte di inizio Novecento, consultate da Modena, sono tutte inedite e raccontano la storia drammatica della distruzione dovuta alla grande guerra. In particolare le foto d’epoca mostrano in tutta la loro crudezza lo sfacelo della chiesa dedicata a San Marco Evangelista, completamente in rovina.

Cent’anni fa – era il 10 maggio 1915 – la curazia di Marco, eretta nel 1742, diventava parrocchia. Il libro, finanziato dalla cassa rurale di Lizzana, è nato proprio dall’esigenza di ricordare questo importante anniversario. Ma già in precedenza Marco era stata privilegiata, in quanto la comunità godeva di “una notevole ingerenza nella nomina del curato, circostanza straordinaria”, che però era motivo di varie controversie tra il potere religioso e quello secolare.

Le prime notizie storiche della chiesa di Marco risalgono al 1180, vi furono poi due riedificazioni dell’edificio sacro, nel 1470 e nel 1768. L’attuale chiesa risale al 1920, la bozza del progetto – pure inedita – è riportata nella copertina del libro. Nel testo si trova anche l’elenco dei sacerdoti, curati e parroci, dal XVI secolo ad oggi. La comunità di Marco ha beneficiato anche della famiglia Rosmini-Serbati. Giuseppe Maria Rosmini, fratello del beato Antonio, aveva infatti ereditato dei terreni dalla famiglia e amava soggiornare in loco. Nel 1842 aveva sposato la baronessa Adelaide Cristani de Rallo. Rimasta vedova, la nobildonna fondò nel 1895 l’asilo infantile di Marco, a cui lasciò una parte di eredità.

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