Troppa protezione?Non fa crescere

Parla la scrittrice e terapeuta Papini: “Per i bambini dobbiamo cercare anche di trasformare qualcosa che fa paura in un'esperienza che ridà fiducia

La nostra società spesso non heggiamento iperprotettivo nei loro confronti. I piccoli, invece, avrebbero bisogno anche di rischiare, di incontrare ostacoli per imparare a superarli ed allenarsi alla vita vera.

Ne è convinta la scrittrice, illustratrice e terapeuta Arianna Papini che affronta il tema educativo nel suo libro “Liberi tutti” (ed. Uovonero, 2015), di cui parlerà venerdì 15 gennaio a Cles (vedi box) invitata per il ventennale della cooperativa sociale “La coccinella”.

La collaborazione con l'autrice toscana risale a più di due anni fa, quando la cooperativa nonesa aveva adottato uno dei libri della disegnatrice, “La quaglia e il sasso”. Papini, venuta a contatto con i nidi di montagna, se ne è innamorata, tanto che “Liberi tutti” reca una dedica alle educatrici di “La Coccinella”, Giuseppina Foffano e Silvana Buono.

Che cosa intende precisamente parlando di “diritto al rischio”, tema della serata di Cles?

La mia riflessione nasce dall'esperienza fatta con i vostri nidi di montagna, luoghi meravigliosi con giardini che presentano sassi, discese, buche, sfide che abituano il bambino ad affrontare nel modo giusto le difficoltà. Una scelta in controtendenza rispetto alle città, dove i bambini sono prigionieri dei passeggini, bardati fino alle orecchie. La domanda alla quale noi educatori dobbiamo rispondere è: in quali ambiti dobbiamo difendere i più piccoli e in quali incoraggiarli?

Come viene affrontato questo argomento nel suo libro?

Il discorso parte dalla natura, dal sole, dalla neve, dall'acqua. Ci sono “no” e “sì” per ogni elemento. Ad esempio “no” al buio, ma “sì” alla notte; cerco di trasformare qualcosa che fa paura in un'esperienza che fa crescere. Da questo punto di vista il Trentino ha un vantaggio: l'ambiente “selvaggio” è perfetto per i bambini, che sono essi stessi una forza della natura.

Quali sono le cause dell'atteggiamento iperprottettivo di molti genitori moderni?

Credo dipenda dal fatto che siamo inseriti in un marchingegno che non è a misura d'uomo: orari di lavoro non compatibili con gli impegni domestici inducono sensi di colpa. Quando vedono i figli la sera, mamme e papà gli permettono di fare tutto, non sapendo che l'educazione è fondamentale. Inoltre, le famiglie vivono in un ambiente antropizzato che genera solitudine. Senza contare che i neonati sono sempre meno conosciuti: nella famiglie allargate di una volta, la nascita di un bimbo così come la morte del nonno erano avvenimenti naturali, con i quali si sapeva convivere.

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