L'amministrazione comunale chiede alla Provincia che una delle due guardie mediche previste per l'ambulatorio rivano venga dislocata a Bezzecca
Sono giorni decisivi questi sul fronte dei servizi in valle di Ledro. Il progetto di riorganizzazione del comparto sanitario avviato a partire dall'autunno scorso in tutto il Trentino prevede infatti non solo il riassetto dei punti nascita dei centri minori ma anche quello dei presidi di guardia medica sparsi sul territorio.
In tal senso, e per quanto riguarda l'Alto Garda e Ledro, la Provincia ha stabilito di ridurre gli ambulatori medici per il servizio notturno e festivo – presenti finora ad Arco, Riva e Bezzecca – da tre a due, con l'accentramento del servizio a Riva. La proposta avanzata da Piazza Dante però non trova d'accordo l'amministrazione comunale che nel corso della seduta di civico consesso di fine anno ha approvato all'unanimità una mozione volta ad impegnare il sindaco a farsi portavoce delle preoccupazioni della gente, chiedendo alla Giunta provinciale che una delle due guardie mediche previste per l'ambulatorio rivano venga dislocata a Bezzecca.
“Le difficoltà che si verrebbero a creare, soprattutto nel periodo invernale e nelle ore notturne, per gli spostamenti a Riva, a causa della morfologia del territorio, le criticità della rete stradale e i tempi di percorrenza, pregiudicherebbero quel livello minimo di sicurezza che deve essere assicurato agli abitanti ed ai turisti di Ledro – osservano i firmatari del documento – ma che non potrebbe essere garantito né con l'elisoccorso né con l'operato, seppur lodevole ed importante, dei volontari della Croce rossa locale; la centralizzazione del presidio di guardia medica a Riva causerebbe serie difficoltà pure nella gestione dei 60 ospiti della casa di riposo 'Giacomo Cis'”.
Sempre nella mozione si ricorda poi che “nella recente ristrutturazione della 'Casa della salute' di Bezzecca era stato investito oltre 1 milione di euro e che per la stessa la ex giunta provinciale aveva previsto un'implementazione di presidi sanitari. Mai visti”.
“Non possiamo accettare che la Provincia basi la riorganizzazione facendo riferimento solo ai dati di accesso alla guardia medica (1.095 nel 2014) – conclude l'assessora alla Salute Maria Teresa Toniatti, che in questi giorni incontrerà l'assessore Zeni – che, sebbene ridotti, devono essere interpretati come frutto di una cultura del 'non disturbare', se non in caso di assoluta necessità. La nostra gente non può essere considerata di serie B: ha diritto a ricevere un'assistenza adeguata, al pari dei cittadini dei centri maggiori”.
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