“La fedeltà nella misericordia è proprio l’essenza di Dio”. Lo ha assicurato il Papa, a braccio, ai fedeli che hanno gremito mercoledì 13 gennaio l’Aula Paolo VI. Nella parte finale della prima catechesi dedicata alla misericordia, Francesco si è soffermato sull’attributo biblico per cui “il Signore si proclama grande nell’amore e nella fedeltà”. “Com’è bella questa definizione di Dio! Qui c’è tutto”, ha esclamato il Papa: “Perché Dio è grande e potente, ma questa grandezza e potenza si dispiegano nell’amarci, noi così piccoli, così incapaci”. “E questo Dio misericordioso è fedele nella sua misericordia”, ha proseguito a braccio: “E San Paolo dice una cosa bella: se tu nei confronti di Lui non sei fedele, Lui rimarrà fedele, perché non può rinnegare se stesso”. Quella di Dio, ha sintetizzato Francesco, è “una fedeltà senza limiti: ecco l’ultima parola della rivelazione di Dio a Mosè. La fedeltà di Dio non viene mai meno, perché il Signore è il custode che, come dice il Salmo, non si addormenta ma vigila continuamente su di noi per portarci alla vita”. “Dio è totalmente e sempre affidabile, una presenza solida e stabile”, ha concluso: “È questa la certezza della nostra fede. E allora, in questo Giubileo della Misericordia, affidiamoci totalmente a Lui, e sperimentiamo la gioia di essere amati da questo Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore e nella fedeltà”.
Nella giornata di lunedì il Papa aveva parlato del libro intervista dal titolo “Il nome di Dio è misericordia”, ricevendo gli editori e l'interlocutore Andrea Tornielli (vedi pag.2).
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