Sia sempre con noi la misericordia!

“Il bene non fa notizia, ma alla fine vince sempre”. E con un simpatico acrostico, Francesco offre a tutti i cristiani il “catalogo delle virtù necessarie”

Non si è certo risparmiato il settantanovenne Papa Francesco (li ha compiuti il 17 dicembre; e non dimentichiamo quindi che in quest’anno 2016 ne compie 80!) nelle festività natalizie. Lo sanno bene i sacerdoti, i cori e i collaboratori parrocchiali, ma anche tutti i fedeli, del rincorrersi di appuntamenti che quasi ogni giorno hanno caratterizzato il periodo di Natale. Alle consuete celebrazioni, udienze e discorsi per l’Angelus, il Papa ha aggiunto una speciale celebrazione per le famiglie la domenica 27 dicembre e poi il 1° gennaio non si è accontentato della Messa per la Giornata della Pace in San Pietro, ma poi il pomeriggio si è recato anche a Santa Maria Maggiore per l’apertura della Porta Santa.

Uno degli interventi più interessanti è stato, come sempre, il discorso per gli auguri alla curia romana. Dopo l’elenco delle quindici malattie dello scorso anno, Francesco questa volta ha voluto presentare un elenco di “antibiotici” con il simpatico acrostico della parola MISERICORDIA: Missionarietà e pastoralità, Idoneità e sagacia, Spiritualità e umanità, Esemplarità e fedeltà, Razionalità e amabilità, Innocuità e determinazione, Carità e verità, Onestà e maturità, Rispettosità e umiltà, Doviziosità e attenzione, Impavidità e prontezza, Affidabilità e sobrietà. Lui stesso si è definito uno che ha “il vizio dei neologismi” offrendo a tutti i cristiani “un catalogo delle virtù necessarie”: le dodici parole, diventate poi ventiquattro, ricavate dalle singole lettere che compongono la parola misericordia.

Interessante anche quanto ha detto in quella che è la celebrazione più “famigliare”, quella per il Te Deum del 31 dicembre con la sua diocesi di Roma, con parole che valgono anche per noi: “La nostra città di Roma non è estranea a questa condizione del mondo intero. Vorrei che giungesse a tutti i suoi abitanti l’invito sincero per andare oltre le difficoltà del momento presente. L’impegno per recuperare i valori fondamentali di servizio, onestà e solidarietà permetta di superare le gravi incertezze che hanno dominato la scena di quest’anno, e che sono sintomi di scarso senso di dedizione al bene comune. Non manchi mai l’apporto positivo della testimonianza cristiana … per essere interprete privilegiata di fede, di accoglienza, di fraternità e di pace”.

Ma si è rivolto anche a tutti i cristiani in quell’ultima sera del 2015: “Ripercorrere i giorni dell’anno trascorso può avvenire o come un ricordo di fatti e avvenimenti che riportano a momenti di gioia e di dolore, oppure cercando di comprendere se abbiamo percepito la presenza di Dio che tutto rinnova e sostiene con il suo aiuto. Siamo interpellati a verificare se le vicende del mondo si sono realizzate secondo la volontà di Dio, oppure se abbiamo dato ascolto prevalentemente ai progetti degli uomini, spesso carichi di interessi privati, di insaziabile sete di potere e di violenza gratuita. E, tuttavia, oggi i nostri occhi hanno bisogno di focalizzare in modo particolare i segni che Dio ci ha concesso, per toccare con mano la forza del suo amore misericordioso. Non possiamo dimenticare che tante giornate sono state segnate da violenza, da morte, da sofferenze indicibili di tanti innocenti, di profughi costretti a lasciare la loro patria, di uomini, donne e bambini senza dimora stabile, cibo e sostentamento. Eppure, quanti grandi gesti di bontà, di amore e di solidarietà hanno riempito le giornate di quest’anno, anche se non sono diventate notizie dei telegiornali. Le cose buone non fanno notizia. Questi segni di amore non possono e non devono essere oscurati dalla prepotenza del male. Il bene vince sempre, anche se in qualche momento può apparire più debole e nascosto”.

Con l’invito a fare nostre, in questo Giubileo della misericordia, le parole con cui si conclude il tradizionale inno di ringraziamento: “In questo Anno giubilare assumono una speciale risonanza le parole finali dell’inno della Chiesa: «Sia sempre con noi, o Signore, la tua misericordia: in te abbiamo sperato». La compagnia della misericordia è luce per comprendere meglio quanto abbiamo vissuto, e speranza che ci accompagna all’inizio di un nuovo anno”.

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