“Non siamo qui per un gesto formale, ma perché crediamo che il Signore viene anche oggi per noi; e noi abbiamo bisogno di Lui”. Il significato del Natale cristiano, in un passaggio dell’intensa omelia pronunciata il 25 dall’Arcivescovo Luigi Bressan nella Messa in cattedrale davanti a molti fedeli.
La riflessione del pastore trentino ha preso le mosse dalle tante “tenebre” che avvolgono l’umanità: il ricorso alla strada delle armi nella risoluzione dei conflitti, il terrorismo, ma anche gli squilibri economici e ambientali. “Molti – ha aggiunto – vivono senza un progetto e un senso di vita e il disagio psichico è diffuso, con conseguenze anche letali”.
Ben oltre gli sfarzi consumistici, la fede mostra “un Dio sensibile, anzi tenero, che ha voluto nascere povero e fragile, senza alcuna protezione sociale”. È lui la “luce che splende nelle tenebre, anche di fronte alla complessità della vita odierna e alle incertezze del come procedere e di che tipo di umanità intendiamo sviluppare”. “Il Natale è quindi fonte di coraggio, pur nei momenti di oscurità e in questa ‘terza guerra mondiale a pezzi’, tra varie forme di egoismo, di corruzione, di violenza nelle stesse famiglie e nelle nazioni. Se sperimentiamo la gioia del Natale – è stato l’invito di Bressan – è per saperci impegnare nel costruire un mondo migliore, più fraterno, più vicino alla proposta del Signore”.
Lascia una recensione