La flessibilità e l’utilizzo dei new media sono tra gli ingredienti che hanno permesso al coro della Vallarsa di rinforzarsi e ampliarsi. Quest’anno la festa del cinquantesimo
“Questa sera a che ora ci si trova?”, “Maestro domani non riesco a venire a prove, ho promesso alla mia fidanzata di portarla fuori a cena”, “Ottima esibizione al concerto di Natale”: questi sono alcuni dei messaggi che riempiono la chat del gruppo WhatsApp del Coro Pasubio, una dei cori di montagna trentini con l’età media più bassa. La flessibilità e l’utilizzo dei new media sono tra gli ingredienti che hanno permesso al gruppo di rinforzarsi e ampliarsi, arrivando con slancio, proprio in questo 2016, a festeggiare il cinquantesimo anniversario dalla fondazione.
Il sodalizio fu fondato nel 1966 da Francesco Cavallin. Attualmente conta trenta elementi tra tenori, baritoni e bassi, con un repertorio formato da pezzi tradizionali ma, cosa più unica che rara, anche da molte composizioni originali del maestro Ivan Cobbe. Quarantuno anni, diplomato al Conservatorio Pollini di Padova nella sezione per ipovedenti, il musicista di Vallarsa è alla guida del Coro dal 1999. “Quando ho iniziato ero un 'bocia', avevo 24 anni”, ammette sorridendo il maestro. “Il gruppo allora aveva un'età molto avanzata, con diversi ottantenni. Abbiamo deciso di rifondarlo, ma è stato un passaggio doloroso. Dire ai 'veterani' che dovevano farsi da parte per me è stato difficile. Siamo partiti in tredici e la strada era tutta in salita”.
Nel corso della sua storia di mezzo secolo, l'inizio del nuovo millennio non è stato l'unico momento difficile per il Coro Pasubio. Nel 1971, infatti, a soli cinque anni dalla sua fondazione, il sodalizio ha dovuto fare i conti con la morte improvvisa del trascinatore Cavallin, precipitato dalla diga di Speccheri durante una visita guidata a una scolaresca. “Abbiamo avuto il merito di saperci rialzare”, spiega il presidente Daniel Cobbe, fratello del maestro Ivan.
“Il nostro segreto – prosegue il responsabile – è lo spirito allegro e sereno. Scherziamo molto durante le prove. Abbiamo capito che se vuoi coinvolgere i giovani devi avere pazienza, chiudere un occhio su qualche mancanza”. Gli fa eco Ivan: “Ci sono cori dove, se salti due prove, devi riconsegnare la divisa. Per me questo è un modo di fare superato. È ovvio che un diciassettenne non può avere come priorità il canto. Serve elasticità”.
Il “metodo Pasubio” ha funzionato. Nei mesi scorsi si sono avvicinati al sodalizio due minorenni, Nicolò e Lorenzo, e un ventiduenne, Massimo. “Rispetto ai cori di città abbiamo il vantaggio di essere in una zona periferica. In Vallarsa, se si vuole fare qualcosa dopo lavoro, non ci sono molte alternative a noi”, spiega Ivan Cobbe.
Per festeggiare il cinquantesimo anniversario il coro sta curando un dvd con materiale audio storico digitalizzato e a giugno è previsto un concerto commemorativo. Per rimanere informati sull'attività del gruppo è possibile visitare il sito www.coropasubio.it o la pagina Facebook.
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