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L’accordo globale contro il riscaldamento e i cambiamenti climatici dovrà attendere sabato: al temine di una notte di negoziati, i rappresentanti riuniti a Parigi per la conferenza sul clima Cop21 hanno deciso di posporre di un giorno la chiusura dei lavori, prevista oggi. La presentazione di una bozza finale di intesa è stata dunque rinviata nel tentativo estremo di superare frizioni e distinguo: il testo sarà presentato domattina presto per essere messa al voto metà giornata.
Il documento fissa l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura terrestre ben al di sotto dei due gradi centigradi rispetto all’era preindustriale con lo sforzo di arrivare a 1,5 gradi. Da risolvere invece la il nodo relativo al principio delle responsabilità comuni ma differenziate una intesa “che sarà implementata sulla base dell’equità” o che “rifletta” equità e responsabilità comuni e differenziate dei Paesi e le capacità rispettive alla luce delle diverse circostanze nazionali.
Per quanto riguarda la questione delle emissioni, i paesi – c’è scritto in bozza – dovranno raggiungere il loro picco il prima possibile ,tenendo conto che quelli in via di sviluppo ci metteranno più tempo. A partire dalla seconda metà del secolo – inoltre – si dovrà perseguire la neutralità delle emissioni.
Sparisce il riferimento esplicito all’obiettivo di riduzione delle emissioni globale entro il 2050, mentre l’articolo 10 fissa per il 2023 la data della prima valutazione quinquennale dello stato di attuazione dell’accordo. Restano tra tante parentesi, le ipotesi sul sistema di ‘loss and damages’, ovvero le compensazioni per i danni irreversibili e le migrazioni obbligate. Tuttavia, questo capitolo è notevolmente più articolato è lungo rispetto alla bozza precedente. Segno di trattative ancora in corso.
In un colloquio telefonico i presidenti Barack Obama e Francois Hollande hanno ribadito di volere un accordo “ambizioso e duraturo” al termine dei lavori. Intorno alla Conferenza cresce la pressione perchè si arrivi a un’intesa significativa. Per tutta la giornata di ieri, le Ong hanno moltiplicato i loro appelli all’ambizione e al riconoscimento dei bisogni dei Paesi più vulnerabili.
(Misna)
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