Gli insegnanti di sostegno devono diventare specialisti dell'inclusione e, in collaborazione con i docenti curricolari, avviare percorsi di personalizzazione dell'apprendimento che tengano conto delle differenze di ogni alunno. Perché davvero tutti gli studenti possano raggiungere i migliori risultati, acquistando competenze e abilità sociali.
Sono queste le linee fondamentali del saggio di Dario Ianes “L'evoluzione dell'insegnante di Sostegno. Verso una didattica inclusiva” (Erickson Trento 2015), che esce in un'edizione aggiornata dopo le proposte di legge sulla Buona Scuola e la Pdl C-2444, promossa da diverse realtà impegnate nella disabilità. Con il contributo di diversi esperti, il volume informa puntualmente sulle novità della ricerca in educazione speciale, presenta buoni esempi di scuola inclusiva e racconta storie di vita di insegnanti di sostegno appassionati.
Ianes, docente di pedagogia e didattica speciale all'Università di Bolzano, propone un'evoluzione professionale dell'insegnante di sostegno implicante un radicale cambiamento di prospettiva con questi docenti che diventerebbero specialisti itineranti, psicopedagogicamente molto formati, impegnati su più classi. Da una simile rivoluzione ne trarrebbe beneficio l'intero sistema scuola: gli insegnanti di sostegno, che non si sentirebbero più gli unici depositari della cultura dell'inclusione; i docenti di classe, che imparerebbero la flessiblità nell'insegnare; i compagni, che maturerebbero sentimenti di rispetto e accoglienza verso le differenze; e le famiglie, che godrebbero dell'alleanza educativa con una scuola più attenta ed empatica. Infine anche gli alunni con disabilità o con Bisogni Educativi Speciali trascorrerebbero più tempo in classe e, senza sentirsi “ospiti”, condividerebbero con i compagni importanti momenti di vita. Nel nuovo contesto si sperimenterebbero forme innovative di didattica attiva e cooperativa con gli stessi compagni alternativamente impegnati a insegnare e imparare reciprocamente.
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