Il Vigilianum inaugurato a Trento dal ministro Franceschini e del delegato vaticano Azevedo

8 dicembre 1965, conclusione del Concilio a Roma. 8 dicembre 1966 apertura del Centro Bernardo Clesio a Trento. Le ricorrenze “parlano” da sole. Così i numerosi trentini che nella sera dell'Immacolata, l'8 dicembre scorso, si sono riuniti nel nuovo Polo diocesano Vigilianum hanno raccolto la continuità conciliare di questo progetto pastorale a servizio della cultura. “Vogliamo riprendere la lezione del Concilio che ci ha avviati sulla strada del dialogo – ha motivato don Andrea Decarli, delegato vescovile per la cultura – e del Centro culturale animato a lungo dal carisma di don Silvio Franch: il Vigilianum assume oggi l'eredità del “Clesio” e si offre come un ulteriore passo di maturazione adatto ai tempi nuovi per proseguire nell'impegno del dialogo culturale, ecumenico e interreligioso”.

Questa chiave di lettura ha aperto mercoledì 9 dicembre l’inaugurazione sobria – ma si coglieva emozione nei tanti protagonisti anonimi di quest’impresa appena avviata – durante la quale l’Arcivescovo Luigi Bressan ha rilanciato la tradizione di carità intellettuale (nell’accezione di Antonio Rosmini) della Chiesa trentina. “Nel 1997 si constatò la necessità di costruire una nuova biblioteca – ha ricordato Bressan – ma nella successiva riflessione prevalse la finalità di avere anzitutto un luogo di incontro culturale, di formazione anche alla realtà inter-religiosa, di apertura alla mondialità”. Non solo custodia di oltre 200 mila volumi, 20 mila consultabili a scaffale aperto, e nelle tre ariose biblioteche e nell’archivio diocesano con deposito complessivo di 23 km di scaffali, ma anche attività didattica, iniziative promosse dagli Uffici Cultura, Scuola, Ecumenismo e Dialogo interreligiso, laboratori sull’attualità. “Una fabbrica di pensiero, nobile e moderno”, l’ha definito Ugo Rossi, ricordando il contributo della Giunta provinciale (due terzi dei complessivi 12 milioni di spesa), ma attribuendo il merito alla sensibilità di Bressan, “ancorato alle radici della nostra cultura e nello stesso tempo aperto al confronto con le culture moderne”. Un’ulteriore fortuna per Trento, secondo il sindaco Alessandro Andreatta che vuole essere città del dialogo e dell’incontro, tra le culture e i saperi. Anche il delegato del Pontificio Consiglio per la cultura mons. Carlos Alberto Azevedo ha osservato che ”l’iniziativa va ben oltre il dovere di conservare il patrimonio, ma spinge a elaborare una riflessione dentro la storia attuale, che implica conoscenza delle altre culture e costruzione di un mondo nuovo”.

“Da Trento oggi si dà un segnale fortissimo al Paese” ha esclamato il ministro ai beni culturali Dario Franceschini, che vede quest'investimento nella direzione più opportuna, quella della ricerca storica negli archivi locali, nelle biblioteche e insieme anche nel dialogo ecumenico e interreligioso. “Non c'è scontro fra civiltà, ma solo fra terrorismo e civiltà”, ha dichiarato Franceschini a proposito delle minacce fondamentaliste che proprio nella distruzione delle biblioteche mostrano la loro inciviltà. Un pensiero riconoscente da parte del direttore Leonardo Paris e del rappresentante delle imprese Fabio Antolini è andato alle maestranze che hanno realizzato l'opera (l'impresa EdilTione Collini) sotto la guida dei progettisti Fraier e Bortoli. “Nel realizzare la struttura si è mirato all'avanguardia tecnologica nel campo del risparmio energetico – ha sottolineato l'ing. Edoardo Job nella diretta di radio Trentino inBlu – in un equilibrio fra sostenibilità ambientale e sobrietà”.

Dopo il taglio del nastro e lo scoprimento della dedica, il Vigilianum si è svelato con le sue chicche storiche (da una preziosa Divina Commedia al mandato d'arresto di Benito Mussolini del 1909) e i suoi potenziali spazi di confronto, lasciando a nudo la sua prima pietra, benedetta due anni fa dal card. Ravasi e ricavata dalla Cattedrale di Trento, per esprimere il fondamento di un impegno rinnovato, a partire da domani.