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A conclusione dell’esame di mozioni sulle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici, l’Assemblea ha approvato la mozione n. 441 (testo 3) che impegna il Governo ad attivarsi affinché alla conferenza di Parigi sia approvato un accordo globale giuridicamente vincolante; a promuovere in sede europea il raggiungimento della neutralità emissiva entro il 2100 e forme di fiscalità ambientale; a favorire la transizione verso un sistema energetico più sicuro e sostenibile; ad adottare una nuova politica energetica, a ridurre incentivi e sussidi all’uso di combustibili fossili e a definire una road map di decarbonizzazione; a sostenere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, la ricerca scientifica entro il programma europeo Horizon 2020; a favorire la filiera nazionale delle tecnologie ecosostenibili; a favorire la diffusione dell’uso di gas naturale; a realizzare politiche dei trasporti efficienti; a rendere permanenti le misure per l’efficienza energetica degli edifici; a favorire la trasformazione a verde pubblico delle aree urbane degradate e dismesse; a promuovere iniziative per scorporare le spese di risparmio energetico dalle regole sul pareggio di bilancio; a favorire lo sviluppo di piani regionali e locali di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Sono stati approvati, inoltre, singoli punti delle mozioni n. 477 di M5S, n. 485 di SEL, n. 489 di LN e n. 490 di FI-PdL.
Nella seduta di ieri le sen. Puppato (PD), Nugnes (M5S), De Petris (Misto-SEL), ed i sen. Arrigoni (LN), D’Alì (FI-PdL), Zizza (CR) hanno illustrato le rispettive mozioni, ed è iniziata la discussione, che si è conclusa oggi con gli interventi dei sen. Compagnone (AL), Mara Valdinosi, Vaccari (PD), Alessia Petraglia (SEL), Petrocelli (M5S), Malan (FI-PdL). Dopo aver ricordato che la dipendenza da combustibili fossili nuoce al pianeta e provoca guerre sanguinose, SEL e M5S hanno posto l’accento sulle contraddizioni del Governo italiano, che ha scelto una strategia energetica sbagliata, ha provocato il blocco degli investimenti sulle rinnovabili, ha favorito inceneritori e trivellazioni petrolifere. FI-PdL ha, invece, espresso dubbi sull’attendibilità dei dati relativi al surriscaldamento climatico, ricordando che non vi è accordo nella comunità scientifica sulla dipendenza della temperatura dalla concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera. LN ha evidenziato l’opportunità di salvaguardare gli interessi nazionali e di non sottoscrivere accordi che non siano non vincolanti per i principali Paesi produttori di emissioni.
Dopo una breve sospensione, chiesta dal Governo per sondare la possibilità di approvare un testo di indirizzo unitario, si è svolta la replica del Ministro dell’ambiente Galletti. Il Ministro ha espresso fiducia negli esiti della Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici, che ha registrato progressi rispetto a Kyoto: il rispetto dell’ambiente non è più considerato un vincolo alla competitività, ma un’opportunità di sviluppo. Centosessantatre Paesi, seppure con responsabilità diverse, si sono impegnati a contenere il surriscaldamento di almeno due gradi. L’Italia, che ha ridotto le emissioni del venti per cento e ha dato forte impulso all’accordo europeo per contenere del quaranta per cento le emissioni entro il 2030, si impegnerà per contenere il surriscaldamento entro un grado e mezzo e per conseguire la neutralità emissiva nel 2100.
Il Governo ha accolto la mozione di maggioranza n. 441 (testo 3), che incorpora gli impegni, presenti nella mozione di CR, relativi al centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici e alla trasformazione a verde pubblico delle aree urbane degradate e dismesse, mentre ha accettato parzialmente le mozioni di SEL, M5S, LN e FI-PdL. Il Gruppo CR ha ritirato la propria mozione.
Nelle dichiarazioni di voto sono intervenuti i sen. Bruni (CR), Arrigoni (LN), Mancuso (AP), Loredana De Petris (Misto-SEL), Martelli (M5S), Piccoli (FI-PdL), Caleo (PD). In dissenso dal Gruppo, il sen. Giovanardi (AP) non ha votato la mozione n. 441 (testo 3).
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