I tre incidenti mortali in quattro mesi sulla statale 48 delle Dolomiti interrogano sulla pericolosità della strada e sulle insidie della guida in ore notturne
Tre incidenti mortali in quattro mesi sulla statale 48 delle Dolomiti. Tre incidenti non ascrivibili a imprudenza o spensieratezza giovanile visto che sono state coinvolte persone in età. Tre incidenti che interrogano sulla pericolosità della strada e sulle insidie della guida in ore notturne.
La prima disgrazia a cui facciamo riferimento è avvenuta nella notte del 14 luglio in un frontale all’ingresso dell’abitato di Soraga. Tullio Pederiva, classe 1951, agricoltore residente nel piccolo centro fassano rientrava a casa dopo una giornata trascorsa sui pascoli del passo San Pellegrino. A poche centinaia di metri dalla sua abitazione invadeva la corsia opposta scontrandosi frontalmente con un mezzo che scendeva in direzione opposta. Le ferite riportate erano troppo gravi e il forte agricoltore non ha reagito ai disperati tentativi del medico rianimatore.
Il secondo schianto mortale il 19 ottobre a Forno di Moena quando Pio Degiampietro, 75enne originario della val di Fassa, ma residente a Caldonazzo, è stato centrato da un auto mentre, con altre persone, osservava gli effetti di un tamponamento avvenuto pochi minuti prima. Anche qui sono stati inutili i soccorsi venuti dal cielo: Pio Degiampietro è spirato sull’asfalto.
Infine poco dopo le 18 del 23 novembre il pittore e decoratore Tullio Bernard veniva investito da un auto sul rettilineo di Pera di Fassa, in prossimità dello storico Hotel Rizzi. Anche qui lo stesso copione dei soccorsi che sono riusciti a mantenere in vita lo sfortunato artista per poco tempo, fino al suo ricovero al Santa Chiara di Trento.
“Sono più di quarant’anni che gli abitanti di Pera, chiedono che un vecchio manufatto spesso incriminato per altri incidenti, in pieno accordo con i proprietari, venga demolito per permettere l’adeguata costruzione del marciapiede. Nulla però è stato ancora fatto”, afferma con amarezza Floriano Bernard di Pera di Fassa. “I compaesani di Tullio, ancora una volta con le lacrime agli occhi, ma con determinatezza, chiedono, a tutte le autorità provinciali e locali, che sia rispettato il sacrosanto diritto alla sicurezza sulle strade di casa propria. Domandiamo, con forza e decisione, l’immediata demolizione del manufatto che impedisce il completamento del marciapiede, una maggiore e più consona illuminazione sulle strisce pedonali, l’introduzione di dissuasori di velocità e l’installazione di cartelli luminosi indicanti la velocità dei veicoli in transito. Inoltre è necessario attivare gli speed check nel tratto di strada da San Giovanni al ponte sul ruf de Soal, almeno per alcune ore al giorno. Solo con questi interventi – conclude Bernard – gli abitanti di Pera di Fassa si sentiranno parzialmente tutelati e più sicuri”.
Anche per l’abitato di Forno di Moena i residenti da tempo chiedono una migliore illuminazione e alcune rettifiche alla strada per creare una fermata degli autobus di linea meno pericolosa. Rimane il problema della guida nelle ore notturne – tutti gli incidenti sono avvenuti col buio – che richiede particolare attenzione specialmente se non si è più giovanissimi. Quando si invecchia le capacità di reazione rallentano inesorabilmente. Per quanto si possa essere degli automobilisti esperti e prudenti, è inevitabile che a risentirne sia anche la sicurezza alla guida. Non a caso dopo i 70 anni il numero di incidenti gravi al volante aumenta significativamente.
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