Sanders e Poeta, giocatori dell'Aquila Basket, ospiti per una serata a “Casa di Giano”
Un assist. Nel basket è il passaggio che permette a un compagno si squadra di segnare un canestro. È la cosa che Jamarr Sanders e Giuseppe Poeta, stelle dell'Aquila Basket Trento, amano più fare in campo: “Perché un canestro fa felice un uomo, un assist ne rende felici due”, dicono.
Fare un assist vuol dire fare squadra, aiutarsi, dare fiducia agli altri e a sé stessi: a “Casa di Giano” i due giocatori bianconeri hanno applicato gli stessi concetti che li rendono tanto bravi sul parquet del PalaTrento. Nella struttura residenziale del Comitato Trentino di Solidarietà i due aquilotti, lo scorso venerdì sera, hanno trovato un clima familiare e festante: il rapporto fra la società bianconera e gli ospiti della struttura diretta da Antonio Simula d'altronde è particolarmente intenso.
I ragazzi che nel centro di Santa Massenza sono impegnati in un percorso di cura e riabilitazione da varie forme di dipendenza (droga, alcol, gioco d'azzardo), hanno trovato nel progetto “Aquila Basket for No Profit” una grande opportunità: quella di godersi le partite casalinghe della squadra del capoluogo, ma mettendosi in gioco nell'organizzare la distribuzione dei depliant della partita agli ingressi del PalaTrento prima di ogni match.
“Per i nostri ragazzi è una grande soddisfazione – ha detto Antonio Simula – per rendersi anche loro parte attiva dell'evento: con Aquila Basket si è formato un bel rapporto, che dura ormai da tre anni. A Santa Massenza abbiamo incontrato Luca Lechthaler nel 2013, e Jamarr Sanders lo scorso anno: la testimonianza dell'americano ci ha molto colpiti, è nata un'amicizia che quest'anno si è rafforzata ulteriormente. Siamo stati molto contenti di avere la possibilità di invitarlo una seconda volta”.
Sanders e Poeta, accompagnati anche dal responsabile del progetto no profit aquilotto Stefano Trainotti, venerdì scorso hanno cenato insieme alla trentina di ospiti di “Casa di Giano” prima di mettersi a disposizione per le tante domande e curiosità dei ragazzi.
Poca pallacanestro, tanta vita: nelle parole dei due compagni di squadra, molto diversi per provenienza, esperienze e percorsi, sono emersi gli stessi valori; quelli che stanno alla base della vita di uno sportivo. “Quando ero al liceo – ha esordito Sanders, cresciuto in Alabama negli Usa -, il basket era la mia vita: i miei voti a scuola però erano troppo bassi, rischiavo di buttare via i miei sogni e il mio talento. Così mi sono guardato allo specchio e ho capito che se avessi voluto proseguire la mia carriera di giocatore di pallacanestro avrei dovuto dare il massimo per arrivare all'università, al college. La cosa più importante è questa: non arrendetevi mai, ricordatevi sempre che solo voi potete realizzare i vostri sogni, o superare i momenti difficili. Nessuno può farlo per voi al vostro posto”.
Anche per “Peppe” Poeta non è stato facile: nato e cresciuto a Battipaglia, in un contesto economico e sociale difficile, oggi uomo simbolo della Nazionale azzurra e veterano della serie A. “Chiunque prenda in mano una palla da basket sogna l'Nba (il massimo campionato americano, ndr), ma io ho sempre pensato che fosse meglio porsi obiettivi più graduali, per migliorare giorno dopo giorno e andare avanti un passo alla volta. A 15 anni ero in serie C, oggi mi sento un uomo fortunato che non chiede altro che continuare a vivere il suo sogno. I sacrifici? Spesso nel nostro lavoro si chiamano casa, famiglia, amici. Ma è per loro che gioco, per aiutarli e renderli orgogliosi”.
Parole ricche di significato, ancora di più se raccontate da due uomini come “Peppe” e “Jam”. Musica, hobby, cucina, ma anche qualche curiosità sul futuro dei due giocatori, oltre che sulla vita “dietro le quinte” della squadra e sul lavoro dell'allenatore Maurizio Buscaglia: i preparatissimi ragazzi di casa di Giano – presenza costante al palazzetto nella curva opposta a quella organizzata dai supporter locali – hanno tempestato di domande il simpatico duo trentino, sorridente e spigliato. Sport e solidarietà: ecco i due mondi che “Aquila basket for No Profit” si propone di avvicinare. A “Casa di Giano” abbiamo scoperto che sono solo a un assist di distanza.
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