“Il Convegno di Firenze non è una fotografia immobile, un ritratto; vorremmo che fosse invece un’immagine dinamica e viva della Chiesa in Italia, del cammino che sta compiendo e del rinnovamento che si prepara ad attuare». Così l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, presidente del Comitato preparatorio, ha presentato su Avvenire l'appuntamento ecclesiale nazionale al via lunedì 9 novembre alle 17.30: non sarà un’assemblea “seduta”. «Il Convegno andrà a incontrare le realtà del territorio – dice Nosiglia – a conoscere le persone che “fanno Chiesa” nel servizio agli ultimi come nelle attività di formazione. E vorremmo anche un approccio partecipato con la realtà della cultura: mostre, concerti, eventi non sono confinati nel tempo libero ma fanno parte dei lavori del Convegno. È lo stile stesso di Firenze a insegnarcelo. Questa città ha costruito il primo umanesimo proprio nel confronto fecondo tra lo sviluppo materiale e la bellezza dell’arte».
Dal Comitato preparatorio sono usciti due documenti fondativi: l’Invito e la Traccia, disponibili nel sito www.firenze2015.it. Il primo è servito a lanciare il tema del nuovo umanesimo in Gesù Cristo e a sollecitare le “reazioni” delle Chiese locali. Le esperienze giunte in risposta (oltre 200 testimonianze di comunità, diocesi, associazioni) hanno costituito il materiale della Traccia («qualcosa di diverso dall’Instrumentum laboris» di un Sinodo, precisa Nosiglia) e si sono incrociate con le cinque “vie” dell’Evangelii gaudium. «Non si è trattato solo di sintetizzare i contributi in una formula – chiarisce l’arcivescovo – ma di costruire indicazioni il più precise possibili intorno ai temi essenziali dell’essere Chiesa oggi in Italia, partendo dai dati di realtà e dando luce alle prospettive, al “senso” dei passi che ci aspettano. Abbiamo di fronte un’esigenza di rinnovamento, dentro la Chiesa prima di tutto, che non possiamo mettere sotto silenzio e che anzi vogliamo interpretare con tutta la fedeltà possibile. Ma abbiamo anche il diritto e il dovere di offrire al nostro Paese la testimonianza di una convivenza fra le culture che è possibile e necessaria, in vista appunto di quel nuovo umanesimo che vogliamo costruire».
Nel programma un posto di primo piano è riservato all’atteso intervento di papa Francesco martedì 10 novembre mattina in Duomo a Firenze e il pomeriggio allo stadio: «La sua parola, all’inizio del Convegno, sarà decisiva, così come lo sarà l’insieme della sua visita, i momenti di condivisione con i convegnisti e con la città di Firenze”.
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