Nel celebrare a Trento con una partecipata tre-giorni il loro 70° le Acli hanno insistito sulla necessità di dare vita ad un processo di autoriforma e di rilancio per rappresentare al meglio una società soggetta a radicali trasformazioni. La deriva più temuta sembra quella del populismo e delle risposte antiistituzionali, davanti alla quale le Acli devono valorizzare il proprio radicamento popolare e la capacità di “cambiare la cassetta degli attrezzi”, come ha dichiarato a radio Trentino inBlu il presidente Fulvio Gardumi.
Ma non basta il ricordo di una storia che affonda le radici nell’impegno per il lavoro, la democrazia e il vangelo – testimoniato dallo spettacolo messo in scena da Marco Livia e Antonello Pagotto – se non si riesce a dar voce alla generazioni di oggi, secondo il presidente nazionale Gianni Bottalico per intercettare le domande dei più deboli per fornire adeguate risposte sia in termini di servizio alla persona, sia in termini di rappresentanza. Agli interventi stimoli dei numerosi relatori (Dorigatti, Biasiolli, Fracalossi, Farina, Passerini) si è richiamata anche la calorosa parola del vicario generale don Lauro Tisi, che ha insistito sul valore della formazione e della capacità di dare speranza.
Organizzata dalla Fap Acli (la Federazione Anziani e Pensionati) venerdì era stata la Festa dei Nonni ad animare il tendone di Piazza Fiera. I ragazzi delle scuole dell’infanzia e primarie che hanno preso parte ai concorsi di poesia e disegno dedicati proprio alle figure dei nonni. Che sono una vera e propria risorsa per le famiglie oggi, non certo un peso, come è emerso dall’omelia di don Piero Rattin, dalla riflessione di don Lauro Tisi, per il quale i nonni possano essere quell’elemento fondamentale per gli equilibri nell’educazione dei nipoti: quei riferimenti che possono insegnare l’attenzione all’altro, rispettare e lasciare che ognuno sia se stesso, e sono esempio di una gratuità che oggi non troviamo più nella società moderna. I nonni ci sono, solo per amore. L’importante – ha evidenziato la dottoressa Chiara de Minti, psicologa del Punto Famiglie del comune di Trento – è che sia riconosciuto il loro ruolo: non solo dei Baby Sitter all’occorrenza. E che scelgano loro se essere nonni a tempo pieno e presenze più discrete. Spunti da cui ripartire per momenti di approfondimento che potranno sicuramente trovare anche altri spazi. In attesa della seconda festa dei nonni, che in molti hanno richiesto a gran voce.
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