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Mentre oggi in Consiglio dei ministri approda la legge di stabilità 2016 messa in campo dal Governo Renzi, il Trentino si trova a fare i conti con un bilancio provinciale in calo del 4,7% rispetto al 2015 che, su un bilancio totale di 4,4 miliardi di euro, si traduce in 200 milioni di euro in meno di risorse.
Per effetto del patto di stabilità, ai comuni trentini sono richiesti, dunque, pesanti sacrifici, quantificati in 9,1 milioni di euro in più da recuperare rispetto all’anno scorso: tra sovra gettito Imu e riserve dell’erario sul gettito derivane dai fabbricati produttivi, i sindaci dovranno versare alla Provincia 126 milioni di euro, mentre nel 2015 erano 117 milioni.
La manovra economica assieme al Protocollo di finanza locale per il 2016 sono stati illustrati ieri dall’assessore Carlo Daldoss al Consiglio delle autonomie. Un giro di vite che avrà effetti non solo sugli investimenti, ma anche sul personale, con blocco del turn over, prepensionamenti e riduzione del 10% delle assunzioni: verrà sostituito un dipendente ogni dieci pensionati.
Tagliato di 5,3 milioni di euro anche il fondo perequativo.
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