Nuovi concetti di viabilità e modi diversi di coniugare sport, turismo e montagna: è la bicicletta il filo rosso del neonato progetto “Grandi salite del Trentino”
Nuovi concetti di viabilità e modi diversi di coniugare sport, turismo e montagna: è la bicicletta il filo rosso del neonato progetto “Grandi salite del Trentino”, ideato dall'Accademia della Montagna e da Trentino Marketing. Dal Monte Bondone allo Stelvio, passando per passo Manghen e la Panarotta, sono venti le salite coinvolte in una sorta di “circuito” che intende valorizzare le asperità più significative nella storia del Giro d'Italia e del ciclismo nazionale.
Segnaletica aggiornata e dettagliata, informazioni interattive e dinamiche a portata di touch grazie ad un'apposita applicazione per smartphone e tablet in arrivo a primavera, quando il progetto verrà definitivamente completato. È toccato al Monte Bondone aprire le danze: ad intervallare i tornanti che dividono Montevideo e Vason, ogni mille metri, sono stati collocati dei segnali che forniscono ai ciclisti importanti informazioni, come la panoramica complessiva e i dettagli della salita, la distanza dalla vetta, l'altitudine e la pendenza del tratto stradale che si sta affrontando.
La strada resa leggendaria dall'impresa di Charly Gaul nel 1956, che da anni è teatro di gare ciclistiche di ogni genere oltre ad essere fra le mete più gettonate dei cicloamatori, sarà quindi ancora più a misura di ciclista: un concetto che entro la prossima primavera la Provincia vuole applicare anche a tutte le altre diciannove “Grandi salite” inserite nel progetto.
“Viabilità oggi non significa più solamente 'gestione delle strade'”, commenta l'assessore provinciale alle infrastrutture e all'ambiente Mauro Gilmozzi. “Vogliamo avere un approccio diverso, più moderno e sostenibile: il nostro obiettivo? Rendere le nostre strade fruibili a tutti, gestendo le varie tipologie di persone e di mezzi che le sfruttano: mezzi privati, mezzi pubblici, ma anche biciclette, perché no? Bisogna solo organizzare le cose con il giusto equilibrio, per regolare tempi e modi di percorrenza: è un processo graduale, per il quale servirà tempo e pazienza, ma che stiamo sviluppando già con azioni concrete”.
Insieme a questa nuova “visione” della viabilità montana, non va sottovalutato l'impatto turistico del progetto: i numeri degli appassionati di due ruote in Europa sono in costante aumento da anni, come testimoniano anche le più recenti ricerche specializzate. E la crescita è davvero generale, visto che riguarda mountain bike, bicicletta da corsa e persino e-bike, i mezzi a pedalata assistita che nel giro di quattro anni sono addirittura raddoppiati. “Parallelamente a questo aumento nella nostra provincia cresce il numero di turisti/ciclisti”, prosegue Gilmozzi. “Ecco perché diventa importante anche offrire la possibilità di usare nell'ambito dello stesso viaggio treni, auto e biciclette. Sfruttiamo il progetto Grandi salite del Trentino per far conoscere le nostre montagne e per attirare un turismo sportivo sano, sostenibile e sempre più valorizzato dalle istituzioni locali”.
A sostenere l'idea del circuito di venti salite storiche anche due grandi ciclisti del passato come Francesco Moser e Alessandro Bertolini, che quella storia hanno contribuito a scriverla in prima persona.
La bicicletta, insomma, potrebbe diventare un ulteriore valore aggiunto in una terra che vuole sempre di più vivere di sport, natura e turismo: e le tappone del Giro d'Italia 2016 che infiammeranno le rampe trentine serviranno anche a lasciare in eredità strade e infrastrutture. Ai bikersa poi il compito di emulare le gesta dei campioni di oggi e di ieri. Ognuno col proprio… passo!
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