Auguri Maria Dolens!

Rovereto. Perseguire la pace non è facile, ma ognuno ci deve provare. Il messaggio è stato ribadito con forza e convinzione al novantesimo compleanno della Campana dei caduti di Rovereto, festeggiato, domenica 4 ottobre, memoria liturgica di San Francesco, tra i patroni di “Maria Dolens”.

Allegria e colori non sono mancati con la presenza di oltre duecento bambini, frutto dell'iniziativa del minicoro di Rovereto, diretto dal maestro Gianpaolo Daicampi e composto da trentadue bambini dai 6 ai 14 anni. A loro si sono aggiunti altri duecento coetanei di undici cori da diverse parti d'Italia, che si sono esibiti con un repertorio divenuto patrimonio comune. Note e canti sono giunti anche dalla banda cittadina “R. Zandonai” e dal coro di Sant'Ilario, sotto la grande campana, che ha suonato i suoi cento rintocchi un po' in ritardo, alle 12.38.

Un messaggio profuso nell'etere fedele alla tradizione – così come voluta da don Antonio Rossaro nel 1925 – ma al tempo stesso al passo con i tempi, che vedono oggi accanto alle vittime delle guerre, quelle del terrorismo, i morti sul lavoro, i profughi, i migranti che perdono la vita lungo il tragitto. Ciò è anche riportato nella scultura di bronzo “Riposizione” dell'artista romano Luciano Capriotti, inaugurata all'inizio del viale delle Nazioni. “Si tratta di una rielaborazione del tema tradizionale, classico e drammatico della Pietà”, ha spiegato l'autore, alla presenza delle autorità civili e militari e del reggente Alberto Robol.

Quell'uomo spezzato, che la madre addolorata cerca con amore di rimettere nel proprio grembo è “caduto, ucciso, naufrago” e rappresenta “un'umanità spezzata che ha bisogno di rinascere nel ventre della madre”. “Riposizione” è stata assai apprezzata dai presenti, molti dei quali si sono fermati a lungo ad ammirarla e fotografarla. L'evento è stato arricchito dalla mostra “Il Mondo alla Campana”, curata dal fotografo Paolo Aldi.

Don Francesco Scarin ha infine rappresentato l'arcivescovo e il clero roveretano. “Qual è la via della pace?”, ha detto il parroco di Santa Maria. “É quella percorsa da chi ha un cuore riconciliato con sé stesso, con gli altri, con Dio e con il creato, un cuore libero e liberante, capace di costruire ponti, capace di perdono”.

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