E’ lutto nella comunità rom per la tragica morte di Marius Bacea, 23 anni, deceduto nell’incendio divampato l’altra notte in una baracca nell’area ex Sloi a Trento Nord. Le fiamme sarebbero partite da una candela accesa. A dare l’allarme è stato il padre del ragazzo. Secondo una prima ricostruzione, pare che il giovane non sia riuscito a fuggire perché aveva problemi a camminare, a causa di un incidente avvenuto due anni fa, quando era stato travolto da un treno.  Mentre la procura ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’incidente, intanto la famiglia del giovane lancia un appello alla cittadinanza per raccogliere il denaro necessario per il funerale e per riportare la salma in Romania.

“Quel che è accaduto all’ex Sloi è una ferita per la città di Trento.  Ci dispiace che la vita di quel ragazzo abbia avuto una fine così tragica, che i tentativi di aiutarlo nel passato non siano andati a buon fine”. Così il sindaco di Trento Alessandro Andreatta.

Marius Bacea era conosciuto dai Servizi sociali del Comune, a cui si era rivolto per chiedere un aiuto economico per il rimpatrio. Grazie al fondo per la solidarietà responsabile della Caritas, gli era stata consegnata la somma necessaria a tornare a casa. Dopo qualche tempo il ragazzo è tornato nuovamente a Trento.

La piccola comunità rom che vive all’ex Sloi, circa 20 persone, è monitorata costantemente dai Servizi sociali del Comune e dagli agenti della polizia municipale. Sono numerosi i sopralluoghi fatti nell’ultimo periodo, numerosi anche i tentativi di aiuto.

“Lo scandalo peggiore è l’ingiustizia tra chi ha troppo e chi non ha nulla – commenta Vincenzo Passerini, presidente regionale Cnca-Coordinamento nazionale comunità di accoglienza.- Esprimiamo un’infinita tristezza per questa giovane vita sfortuna che non siamo riusciti a salvare. Ma anche vergogna, perché morire di povertà è sempre uno scandalo”.