Il gesuita Padre Livio Passalacqua ha compiuto 90 anni il 29 settembre e li ha festeggiati a Villa Sant’Ignazio, la casa dei gesuiti da lui fondata nel 1962, appena arrivato a Trento. Nel corso degli anni Villa Sant'Ignazio è diventata un punto di riferimento per molte realtà associative e di volontariato impegnate nell’accoglienza e capaci di addentrarsi in quelle che, per dirla con Papa Francesco, potremmo definire le “periferie esistenziali”.
C'erano quasi duecento persone alla santa messa celebrata da padre Livio insieme a padre Gianni Dalpiaz, monaco camaldolese arrivato da Bardolino per festeggiare l'amico padre Livio, e poi alla cena comunitaria che è stata una testimonianza di affetto verso chi in questi anni è stato un vivace seminatore di speranza, ma anche di salutari interrogativi.
Dal ’68 al Concilio Vaticano II, dalle migrazioni dal Sud d’Italia a quelle attuali dal Nord Africa e dal Medio Oriente, padre Passalacqua, insignito lo scorso anno dell’Aquila di San Venceslao, massimo riconoscimento della città di Trento, ha vissuto cambiamenti epocali. “I ricordi più belli? Gli anni dei movimenti operaio e studentesco del ’68, con errori e ingenuità che però ha portato tanto; e il crescere di Villa S. Ignazio nell’accoglienza: mi auguro che resti sempre un luogo di accoglienza e un esempio di laicità”, ha risposto ai microfoni di radio Trentino inBlu padre Livio, che da questo numero comincia una collaborazione con Vita Trentina, soffermandosi su alcune “parole chiave” (si veda a pagina 38).
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