Come aprire altre porte…

L’invito concreto della Diocesi di Bolzano a scoprire sul territorio le opere di misericordia e ad avviare “percorsi di riconciliazione”

Bolzano – Anno santo della misericordia. Il prossimo 8 dicembre sarà per la diocesi di Bolzano-Bressanone una giornata densa di significati. Non solo si ricorda, come ovunque, il mezzo secolo dalla conclusione del Concilio Vaticano II, non solo si inaugura l’anno santo straordinario, ma si chiuderà ufficialmente, a Bressanone, il Sinodo diocesano. “L’Anno santo coincide col primo anno di attuazione del Sinodo diocesano. Viviamo questa coincidenza come un segno e una missione. Cominciamo ad attuare il Sinodo nel segno della misericordia ovvero convertendo noi stessi e la nostra Chiesa all’amore per il prossimo”. Si apre con queste parole la lettera che i responsabili degli Uffici pastorali diocesani hanno inviato a tutte le parrocchie altoatesine, per dare “alcuni suggerimenti e offrire spunti per vivere l’anno santo come momento di preghiera, riflessione e soprattutto ponendo segni concreti di opere di misericordia”.

In diocesi è in attività da qualche mese un gruppo di lavoro incaricato di fare proposte e dare suggerimenti. Quanto agli appuntamenti, il primo coincide con l’apertura della porta santa nella cattedrale di Bressanone, prevista per le prime ore del 13 dicembre. La mattina di Natale la cerimonia si ripeterà nel Duomo di Bolzano e il 1° gennaio, nel pomeriggio, al santuario di Pietralba.

Oltre a queste, suggerisce l’Ufficio pastorale, “apriamo altre porte”. “La misericordia ci induce ad aprire le porte del nostro cuore. Ciò significa attenzione al nostro prossimo, a chi bussa alla nostra porta, a chi soffre a causa delle ‘inequità’ del nostro mondo. Proponiamo di rileggere la nostra realtà (parrocchiale e diocesana) alla luce delle opere della misericordia (Mt 25,31-46). Ad esempio: dove, sul nostro territorio, qualcuno ha fame (es. c’è una mensa per i poveri), sete (uso sostenibile dell’acqua), è nudo (non ha il necessario per vivere dignitosamente), è solo (es. le persone anziane, i malati psichici), è privato della libertà (il carcere), è straniero (i profughi, gli immigrati, gli ospiti) ecc.?”. Allo stesso modo giunge l’invito ad avviare “percorsi di riconciliazione”. “La misericordia ci spinge ad interrogarci sul legame tra le nostre liturgie, la nostra catechesi e la nostra vita cristiana. Alla luce di Matteo 5,23-24 (“va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono”) cerchiamo nella nostra comunità i luoghi e le realtà che hanno bisogno della nostra opera di riconciliazione”.

Concretamente questo può voler dire “impegnarsi a cercare un vero spirito di fraternità e di unità tra i diversi gruppi linguistici della diocesi e i vari gruppi che operano in una comunità parrocchiale”. Oppure “ricercare sul territorio i ‘luoghi della misericordia’ e organizzare eventi (es. piccoli pellegrinaggi urbani al centro profughi, alla casa di riposo, alla mensa…) tesi a ricordare alla comunità la chiamata a spezzare il pane con gli altri (in particolare con chi ha fame)”.

La diocesi di Bolzano-Bressanone, infine, fa sua la proposta della “24 ore per il Signore” (nei giorni 4 e 5 marzo) e di un pellegrinaggio diocesano a Roma, assieme al vescovo Muser, dal 25 al 28 aprile 2016.

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