“Missionari a casa nostra”

La comunità di Massone ha raccolto la testimonianza di don Torboli, in Brasile da 45 anni

C'era una grande folla, lo scorso sabato 19 settembre a Massone, per festeggiare i primi sessant'anni di sacerdozio di don Dario Torboli, 45 dei quali trascorsi da missionario in Brasile. Dopo la festa del 28 giugno scorso a Portalegre, la città che lo ospita nel nord dello Stato sudamericano, anche la sua comunità natale ha voluto rendere omaggio a padre Torboli. Il 2015, ha detto don Bruno Bombarda, parroco di Massone che ha fatto gli onori di casa, è l'anno in cui con don Dario festeggiamo la vita. Soltanto lo scorso anno invece il paese aveva ricordato il trentesimo dalla morte di padre Saverio, che come il fratello aveva scelto di vivere la vocazione tra i più poveri. «A volte mi domando perché doveva capitare a mio fratello. Era un grande missionario» ha accennato commosso don Dario nel discorso di saluto ai presenti prima della Messa.

Se la gente ha riempito i banchi della chiesa, intorno all'altare c'era altrettanta folla: 16 sacerdoti hanno concelebrato la Messa con don Dario. Tra loro, don Walter Collini, missionario in Brasile, che ha tenuto l'omelia, don Walter Sommavilla, monsignore ad Arco, don Tommaso Flaim, ex parroco di Massone, e molti altri ancora. Un ricordo particolare è partito da Massone per andare al vescovo di Mossorò, don Mariano Marzana, amico di Torboli.

Nato a Massone il 10 settembre del 1930, quinto di otto fratelli, Dario cresceva aiutando il papà in campagna, anche se presto capì che non sarebbe rimasto per molto tempo a Massone. La vocazione lo portò in seminario prima e su una nave per il Brasile poi, una volta trovata la sua strada vocazionale. «Nel gennaio 1971 mi imbarcai, destinato al sud del Brasile. – ha ricordato don Dario – Con me c'erano altri 40 missionari, una volta eravamo in tanti, oggi sarebbe impensabile». Padre Torboli però voleva andare a nord-est, una regione più difficile, dove c'era più bisogno. Viene autorizzato a trasferirsi: «La mia parrocchia a Portalegre si sviluppa su 960 km quadrati… c'è sempre da fare! Potevamo aiutare non solamente in ambito spirituale ma anche socialmente. Lì fondammo una cooperativa». In occasione dei sessant'anni di sacerdozio, Portalegre ha omaggiato don Dario con una statua che lo raffigura a grandezza naturale.

Dopo la Messa, la comunità si è raccolta presso l'oratorio, dove la festa è proseguita fino a sera. «La vita di don Dario è una testimonianza per tutta la comunità – ha sottolineato don Bombarda – un esempio di generosità e fede che ci interpella con un messaggio: siamo tutti, nel nostro piccolo, missionari in casa nostra».

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