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Riprende domani in Commissione Affari costituzionali, l’iter parlamentare sulla riforma del Senato.
Il punto cruciale che ancora divide renziani e la minoranza interna del Pd è l’articolo 2 che cancella l’eleggibilità diretta dei futuri senatori.
Per Governo e maggioranza Pd spetta ai consigli regionali l’elezione, mentre i dem critici, che hanno presentato 17 emendamenti all’articolo della contesa, chiedono una elezione diretta in concomitanza con quella dei Consigli regionali.
Nei giorni scorsi il senatore trentino Pd Giorgio Tonini ha cercato di trovare una mediazione avanzando una sua proposta. “Si tratterebbe in sostanza – scrive Tonini sul suo blog sull’Huffington Post – alle elezioni regionali, di eleggere, insieme al presidente (che sarebbe opportuno a questo punto fosse il primo senatore della Regione), i consiglieri regionali e, distintamente, i consiglieri-senatori, secondo modalità stabilite dalle leggi elettorali regionali. I senatori-sindaci resterebbero eletti dai consigli regionali”.
L’apertura del senatore trentino è stata bloccata dalla maggioranza di partito. Spetterà alla presidente della commissione Finocchiaro decidere sull’ammissibilità degli emendamenti all’articolo 2.
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