La marcia dei profughi da Budapest, dove erano bloccati da giorni, verso Vienna, verso un'Europa più accogliente di quella che a chi fugge dalla guerra e dalla miseria risponde alzando nuovi muri ha spinto un gruppo di artisti e attivisti (Andrea Segre, Giulio Marcon, Ascanio Celestini, Gianfranco Bettin, Lucia Annunziata, tra gli altri: l’elenco aggiornato e informazioni su donneuominiscalzi.blogspot.it) a lanciare dal palcoscenico mediatico del Festival del cinema di Venezia la “Marcia degli uomini e delle donne scalzi”. Scalzi come le migliaia di profughi che si sono incamminati a piedi dall’Ungheria al confine con l’Austria.
L'iniziativa di solidarietà si terrà venerdì 11 settembre ed è promossa per chiedere un cambiamento delle politiche migratorie europee – che significa, concretamente, la certezza di corridoi umanitari sicuri per i profughi; un’accoglienza rispettosa per tutti; la chiusura e lo smantellamento dei luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; la creazione di un sistema unico di asilo in Europa superando le regole di Dublino.
“L’immigrazione non è un corpo estraneo con cui avere a che fare, ma fa parte di noi, per questo marciamo scalzi. Poi, a partire dal 12 settembre, rifletteremo su come andare avanti”, ha spiegato Andrea Segre, regista di film che trattano il tema dell’immigrazione come “Io sono Lì” e “Mare chiuso”, a Redattore Sociale.
Da Venezia, dove l'appuntamento è alle 17 a Lido S. M. Elisabetta, la Marcia ha ben presto assunto un carattere nazionale. Sono più di trenta le città che hanno aderito all’appello che, oltre a moltissime persone, ha smosso sindacati, organizzazione che operano con e per i migranti, associazioni del mondo cattolico.
A Trento l'appuntamento è in piazza Duomo alle 18. Di qui partirà la marcia di uomini e donne scalzi. “E’ arrivato il momento di decidere da che parte stare”, recita l’appello lanciato da Venezia. “
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