Lo storico nella sua “Lectio” esalta il nostro modello per l’Italia di oggi: “contro ogni nazionalismo esasperato”
Non solo i costumi folk delle minoranze etniche e le porte finalmente spalancate sugli scranni del potere provinciale.
La “Giornata dell'autonomia”, voluta per legge 7 anni fa ed ora “legittimata” da una crescente affluenza di pubblico, ha saputo sabato scorso evitare il rischio retorico delle “radici” per farsi invece “sguardo sul futuro e sui drammi del nostro tempo”, come aveva richiesto in apertura il rappresentante dei giovani Nicola Pifferi, applauditissimo.
Paride Gianmoena, riconfermato presidente del Consiglio dell'Autonomie, ha evidenziato due valori preziosi per il buon governo di oggi: “l'accoglienza corretta ed equilibrata” nei confronti dei migranti e “la mite pacatezza” con cui condurre l'impegno amministrativo. Elementi forse di quel “patto sociale” evocato dall'ex sindacalista Bruno Dorigatti che da presidente del Consiglio provinciale ha indicato la necessità dell'innovazione (“le autostrade di cui abbiamo bisogno sono quelle digitali”, la sua battuta fin troppo allusiva) e la prospettiva ravvicinata del terzo statuto di autonomia: “Vogliamo ben presto porre le basi per una riscrittura statutaria condivisa”, ha detto Dorigatti che il giorno dopo ha presentato ai capigruppo un'ipotesi di legge provinciale per istituire la consulta per lo Statuto speciale, elaborata insieme al vicepresidente Walter Viola. Una bozza sottofirmata anche dal presidente della Giunta Ugo Rossi che ha ribadito la volontà di arrivare ad un terzo Statuto, “unico per tutte e due le Province, ma dentro un quadro regionale” (e qui è scattato l'applauso), in senso migliorativo. Annuiva il sottosegretario del Governo Gianclaudio Bressa, la cui presenza è stata apprezzata insieme a quella dell'Arcivescovo di Trento, Luigi Bressan.
Ma ad addolcire il sessantanovesimo “compleanno” della nascita dell'autonomia trentina (il Patto Degasperi – Gruber del 5 settembre 1946) ha contribuito lo storico Paolo Mieli, invitato ad una “lectio magistralis” particolarmente lusinghiera rispetto al valore storico della nostra autonomia. “La vostra è una storia nazionale, è bene che il 70 anniversario lo possiate celebrare coinvolgendo anche tante altre città italiane”, ha esclamato al termine ed il suo invito è stato naturalmente raccolto da Rossi.
Lasciando alla lettura il corposo e documentato testo scritto sulla collocazione europea dell'autonomia regionale, l'ex direttore del Corriere della Sera ha puntualizzato alcuni elementi d'attualità. “L'autonomia è l'unica risposta che ha consentito di curare ferite e violenze della storia – ha detto prendendo spunto dal primo conflitto mondiale – Pulizie etniche, deportazioni di massa, negazione dell'identità dei popoli si sono susseguite e accadono anche oggi”. “Siate orgogliosi della vostra storia – ha osservato ancora – perché la vicenda del Trentino Alto Adige racconta appunto di come dialogo e riconoscimento di ampi spazi di autogoverno abbiano consentito dopo le guerre mondiali di evitare nuovi sbocchi sanguinosi alle tensioni etniche. Dico di più, la vostra autonomia speciale è oggi una delle gemme che tiene in piedi questo Paese. E una gemma è anche il modo in cui voi in questi decenni avete tenuto alta la bandiera dell'autonomia".
Mieli ha fatto riferimento, in negativo, all'esplosiva situazione ucraina, in cui l'autogoverno è stato negato ed in positivo alla figura del martire antifascista altoatesino Joseph Mayr Nusser, un personaggio da far conoscere a tutti gli italiani “perché il suo martirio è altamente rappresentativo delle contraddizioni vissute dalla sua terra sotto il fascismo".
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