Il tema della Grande Guerra ha animato l'estate di Fiemme e Fassa. Un evento cruento, inumano, vissuto tragicamente dalle comunità locali, ha lasciato una ferita profonda, non ancora rimarginata. Il ricordare, il rievocare, il fare memoria però è servito a riflettere ancora sulla maledizione della guerra, aspetto purtroppo così attuale anche ai nostri giorni. Scorriamo velocemente le principali iniziative proposte nelle due valli.
Mostre. Moena e Ziano hanno offerto due eventi a partire dallo scorso anno, data dell'entrata in guerra degli Imperi centrali e quindi anche delle popolazioni locali. Gli organizzatori hanno saputo modulare l'offerta in modo da rendere sempre nuova la visita. In un anno a Moena sono stati staccati 30 mila biglietti confermando che quella tortuosa e coinvolgente esperienza di trincea, con accurate ricostruzioni e diorami ha colto nel segno.
Nel corso dell'estate si è aggiunta una esposizione di immagini del fronte ottenute con una semplice camera oscura e una sezione denominata “Arte e Standschützen”. Questa ultima espone opere del pittore di guerra Emil Ranzenhofer dedicata ai volti dei vecchi appartenenti alle milizie territoriali.
Fino al 20 settembre Villa Flora a Ziano offre ai visitatori immagini, documenti, materiali dedicati a un percorso espositivo dal titolo “ La tempesta alle porte di casa, Tirolo 1915”, dedicata all’apertura del nuovo fronte che andava dallo Stelvio al mare Adriatico. Ad arricchire la mostra un prestigioso cimelio storico, che rimarrà in esposizione nel giardino della villa grazie a una convenzione di prestito temporaneo tra il Museo della Guerra di Rovereto ed il Comune di Ziano.
Rappresentazioni. Molte le rievocazioni, gli spettacoli e pezzi teatrali che hanno avuto come tema i tragici eventi del primo confitto mondiale. Ne ricordiamo solamente due per la particolare ambientazione, ma sono stati diversi e interessanti quelli proposti in varie occasioni e in vari luoghi. “Prima guerra” con Mario Perrotta e Paola Roscioli con l'accompagnamento musicale di Mario Arcari e Maurizio Pellizzari ha commosso gli spettatori arrivati al forte Dossaccio, nella foresta di Paneveggio. Si è trattato di guardare al conflitto con gli occhi degli italiani di confine. Dagli intensi dialoghi emerge la lacerazione profonda delle coscienze di persone chiamate a combattere su un fronte sconosciuto oppure deportate lontano da casa per una presunta collusione con il nemico.
Domenica 30 agosto in Val San Nicolò, invece, le quattro bande della Valle di Fassa si sono radunate in località Jonta per un grande concerto in memoria di tutti i caduti sul fronte. Tra le note del compositore Marco Somadossi la voce narrante di Paolo Rumiz che ha ripercorso le varie linee del fronte con il taccuino da giornalista.
Percorsi in montagna. La montagna, teatro involontario di morte e sofferenza, è stata visitata da molti escursionisti che hanno percorso il fronte della guerra. Particolare l'impegno dell'associazione “Sul Fronte del Ricordi” che grazie alla sensibilità del Comune di Moena e della Provincia, opera da anni per mantenere i vecchi manufatti.
Nel corso dell'estate Livio Defrancesco e i suoi uomini hanno riportato alla luce la postazione di cannoni della 206esima brigata Val Cordevole sulle Cime Cadine (tra la Costabella e il gruppo dell'Ombretta) e la vecchia teleferica austroungarica della Ciamorcia.
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