“Il Nepal ha ancora bisogno di noi”

Alla Festa dello sport a Cles i progetti dell’associazione Senza Frontiere per il dopo terremoto

“La certezza è che siamo soltanto di passaggio e che l’unico modo per valorizzare il nostro senso è l’impegno in qualcosa di utile”. Così Fausto De Stefani ha aperto la serata dedicata al suo caro Nepal a Cles, organizzata nell’ambito della Festa dello sport. Fausto De Stefani da anni si occupa di solidarietà in Nepal tramite la fondazione Senza Frontiere Onlus. L’alpinista che ha scalato tutti i 14 ottomila ha espresso i suoi sentimenti nei confronti di quello che sta accadendo nella terra da lui tanto amata. La tragedia del terremoto è recente (aprile 2015), ma non se ne parla già più. E ora più che mai c’è bisogno di interventi concreti.

I problemi maggiori permangono nelle valli più isolate dove si può intervenire con grande difficoltà. E come se non bastasse, ha rimarcato De Stefani, quando si propongono aiuti il governo invece di agevolare gli interventi in soccorso dei terremotati dello scorso aprile frappone ostacoli. Ad esempio, ha spiegato, il governo vorrebbe controllare direttamente la distribuzione delle derrate alimentari, ma questo impedirebbe alla fondazione di monitorare gli stanziamenti.

Nel suo intervento De Stefani ha parlato della scuola presente nella municipalità di Kirtipur, la “Rarahil Memorial School”. Costruito con tecniche antisismiche, l’edificio ha resistito alle terribili scosse ed è diventato prima un centro di primo soccorso e ora una scuola bene organizzata. La struttura ospita 840 bambini, ha tre laboratori di fisica, chimica e biologia e maestri e professori motivati. All’interno dei suoi laboratori si effettuano anche le analisi per verificare la potabilità dell’acqua. “L’istruzione è importante – ha sottolineato De Stefani -, in questi paesi l’unica arma di riscatto che può avere la popolazione è soltanto la scuola”. La cultura è vista dall’alpinista come una chiave di salvezza per il Nepal, paese affascinante, ma ricco di contraddizioni: ad esempio, è sprovvisto ancora oggi di una Costituzione.

Ora però si deve pensare ancora all’emergenza: riso (che non germoglia più), tende e lamiere sono le prime cose di cui ha bisogno la popolazione. Paradossalmente, sono più sicure le abitazioni dei poveri fatte di legno che quelle in muratura rimaste in piedi. De Stefani ha poi osservato quanto sia difficile fare volontariato, poiché è necessario valutare bene quali sono gli interventi da compiere prima di effettuarli.

Per aiutare queste popolazioni è possibile consultare il sito della fondazione www.senzafrontiere.com.

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