Prende il via dall’alta montagna la 72a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Mercoledì 2 settembre, dopo la cerimonia d’apertura (ore 19), nella sala grande del Lido ma anche al vicino palabiennale (ore 20) sarà proiettato, fuori concorso e in prima mondiale, “Everest” dell’islandese Baltasar Kormákur che finora ha diretto diversi lungometraggi negli Stati Uniti e si prepara a dirigere altri film d’azione di forte impatto visivo.

“Everest” si annuncia come un kolossal in 3D di 2 ore e mezzo costato 65 milioni di dollari che sarà nelle sale italiane dal 24 settembre. È per ora l’ultimo di oltre una decina tra film e documentari che, in un modo o nell’altro, si sono “occupati” del tetto del mondo, alcuni dei quali passati, nel corso degli anni e raccogliendo premi, al Film Festival della montagna di Trento. Tra le location scelte dalla produzione (diverse case tra cui la Universal che si “preoccuperà” anche della distribuzione mondiale), pure la val Senales in Alto Adige, dove sono state girate alcune scene. Il resto è stato ripreso in Nepal, a Cinecittà e nel Regno Unito.

Il film prende spunto dal saggio “Aria sottile”, scritto dell’alpinista statunitense Jon Krakauer che racconta la drammatica spedizione verso gli 8848 metri della vetta himalayana alla quale ha partecipato nel 1996, congiuntamente ad altre cordate, e di cui è uno dei pochi sopravvissuti. Il cast, come si confà ad ogni kolossal ad alto budget, è di quelli stellari, in quanto a nomi e appeal per il botteghino, almeno secondo i criteri guida delle major americane, visto l’investimento. Tra gli attori ingaggiati, Jason Clarke (già in “Twilight” e “Terminator Genisys”), Jos Brolin (“Vizio di forma” di Anderson e “WallStreet” di Oliver Stone), Keira Knightley (protagonista del bel “Tutto può cambiare” ma pure di “Imitation Game”), Jake Gyllenhaal (lanciato da “I segreti di Brokeback Mountain”) ed Emily Watson che esordì quasi vent’anni fa ne “Le onde del destino” di Lars Von Trier.