“Il 1935, ottant’anni fa, anno della guerra in Etiopia, più di altri si presta a richiamare vicende che sono state particolarmente importanti per il nostro Paese. È l’anno in cui il fascismo raggiunge forse l’apice del consenso in strati molto larghi della società italiana che colgono in questo regime elementi di sicurezza e stabilità. Dall’altra parte, altre componenti della popolazione che nutrivano dubbi e ostilità percepiscono invece un dato di lunga durata e sentono venir meno le speranze di un cambiamento”.
Camillo Zadra, direttore del Museo della guerra, introduce così le ragioni che hanno portato l’istituzione roveretana ad allestire al Castello, sede del museo, una piccola ma significativa mostra fotografica: “1935. Immagini dall’archivio fotografico del Museo Storico Italiano della Guerra”. Si tratta di 16 scatti in bianco e nero tratti da un archivio che ne conta più di 60mila in gran parte dedicati alla Prima e alla Seconda guerra mondiale e che si è costituito nel corso degli anni grazie a molte donazioni e a diverse acquisizioni che riguardano sia le vicende militari e sociali che numerose storie familiari.
Le immagini in mostra nel torrione Malipiero, che ormai da qualche tempo è in parte riservato ad esposizioni fotografiche, sono state scattate in Trentino Alto Adige ma pure in altre parti del Paese come nella colonia libica e in Etiopia. Tra queste, ad esempio, la partenza da Trento per il Corno d’Africa di un gruppo di ufficiali o la cerimonia di traslazione della salma di Cesare Battisti dal cimitero al Doss Trento alla presenza della vedova dell’irredentista, Ernesta Bittanti e del podestà Mario Scotoni. Ma anche la festa del lavoro a Tripoli, schierati i bambini vestiti da figli della lupa, e Mario Ceola, all’epoca direttore del museo, davanti al Sacrario di Castel Dante. “Il 1935 è segnato da avvenimenti di particolare rilevanza – sottolinea Zadra – Mussolini vede venir meno alcuni pilastri della sua politica estera costruita nel corso degli anni precedenti a fianco delle potenze vincitrici della Prima guerra mondiale contro la Germania. E infatti, già verso la fine di quell’anno, il Duce si avvicina alla Germania iniziando quel cammino che poi porterà alla creazione dell’Asse Roma-Berlino e in seguito, tragicamente, alla Seconda guerra mondiale. Ma è anche l’anno in cui Mussolini tenta una politica aggressiva verso l’Africa cercando di radicare il regime in un sistema internazionale. Insomma, per il nostro Paese è un anno emblematico”. Una delle foto ritrae proprio Mussolini nel corso di una visita a Bolzano. In un’altra sono in primo piano alcuni soldati italiani in un momento di riposo in Etiopia. “La mostra che proponiamo – conclude il direttore – non è certo esaustiva di quell’anno. Piuttosto, si procede per illuminazioni, citazioni ed esemplificazioni cercando di toccare e mettere in risalto alcuni aspetti centrali”. La mostra rimarrà aperta fino al 4 ottobre dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18.
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