Definita ‘tematica trasversale’, la richiesta di pari opportunità rientra in tutte le questioni di merito affrontate dal sinodo
Bolzano – Termina col mese di agosto la pubblicazione dei documenti programmatici frutto del primo anno e mezzo di lavori del Sinodo diocesano di Bolzano-Bressanone. A suo tempo, quando si formarono le dodici commissioni, alcuni temi furono dichiarati “trasversali” e sottoposti all’attenzione di tutti i gruppi di lavoro. Fu una decisione sofferta, in particolare per l’argomento “donna nella Chiesa e nella società” (gli altri: convivenza tra i gruppi e rapporti tra le generazioni), per il quale era stata chiesta un’apposita commissione. “Essere stata classificata come ‘tematica trasversale’ – dice ora la nota della segreteria del Sinodo – ha dato all’universo femminile un forte radicamento. In quasi tutte le questioni di merito si è dato seguito alla richiesta di pari opportunità. In proposito sono state messe in risalto alcune questioni specifiche”. In linea di principio il Sinodo immagina “una Chiesa, nella quale uomo e donna sono uguali nella loro diversità e sperimentano pari dignità e diritti” (documento 8). In relazione all’essere donne e uomini “viviamo una fondamentale e riconoscente unità”. “Seguendo questo principio, uomini e donne vivono e agiscono con la stessa dignità nella nostra Chiesa” (doc. 3).
Più concretamente: nella liturgia, “i servizi svolti da donne e uomini godono della stessa stima” (doc. 1); inoltre le donne e gli uomini attivi nella Curia vescovile “sono presenti con pari diritti nei ruoli dirigenziali” (doc. 7). Affermazioni ovvie ma forse non ancora scontate. Alle donne “che da secoli sono in prima linea in ambito sociale”, la Chiesa tributa “un particolare riconoscimento”, poiché “incidono nel servizio della Chiesa al prossimo assumendo posizioni chiave” (doc. 5).
Il sesto documento programmatico (questioni sociali, politiche ed economiche) dedica alla dimensione femminile un capitolo specifico. Donne e uomini, vi si legge, “hanno preso coscienza della propria dignità e ruolo. Sono parte attiva in ogni ambito della vita sociale, politica, economica, professionale e culturale, anche nella Chiesa stessa e nei suoi servizi”. Ovunque si ribadisce la necessità di coinvolgere le donne nei processi decisionali: “Donne e uomini sono valorizzati alla pari nelle decisioni, nei servizi e nei ruoli di responsabilità all’interno della Chiesa”. Allo stesso tempo si sottolinea che “la donna e l’uomo sono corresponsabili nell’affrontare le sfide della famiglia e dell’educazione dei figli”. Accanto alle questioni delle pari opportunità, il Sinodo ricorda “la bellezza dei diversi approcci maschile e femminile”, “l’empatia e il carisma, proprio della donna, di intessere cordiali rapporti di amicizia e fraternità con tutti, per suscitare partecipazione e collegare in rete le comunità dei diversi gruppi linguistici, delle varie nazionalità, culture e delle diverse visioni del mondo” (doc. 11).
La questione relativa all’ammissione delle donne al ministero ordinato, nei documenti finora pubblicati, ha scarso rilevo. È però uno dei temi con i quali si confronta la commissione 12 (tratta argomenti di cui non può decidere un Sinodo diocesano), il cui testo è ancora in elaborazione.
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