A Rovereto per la festa di Maria Ausiliatrice, il card. Menichelli invita la città a vivere il suo voto come motivo di una fede più coraggiosa e generosa
Sono passati 310 anni dalla prima festa votiva di Rovereto dedicata a Maria Ausiliatrice e, anche quest'anno, una numerosa folla di fedeli si è stretta attorno alla patrona, sia durante la Messa tenutasi la mattina, sia durante i vespri che hanno preceduto la processione per le vie del centro cittadino.
Quest'anno la festa è stata presieduta dal cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, per la prima volta nella città della quercia. Il cardinale ha confidato di aver avuto un'impressione molto positiva della città: “Dai primi colloqui avuti a Rovereto sono rimasto colpito dall'intreccio spirituale esistente tra la città, la sua storia e la Madonna: con questo voto cittadino la città si è messa nelle mani della sua patrona”.
Menichelli ha tuttavia tenuto a precisare quanto sia importante non tanto l'adempienza di un voto, ma soprattutto il viverlo come un'occasione per verificare la fede del popolo nel presente, l'amore del cristiano verso Dio: “I santi non vanno sfruttati ma imitati. Come dice un proverbio marchigiano: l'amore con amor si paga…”.
Secondo il cardinale, tra le difficoltà del nostro tempo, per cui è importante invocare ancora oggi Maria Santissima, c'è il pericolo che la società si costruisca da sola, senza avere il coraggio di credere in Dio, senza ricordare le proprie radici.
Durante l'omelia Menichelli ha ricordato come Maria abbia vissuto la sua comune situazione di donna, madre e sposa in modo straordinario: “Maria – ha detto – è la vera discepola, colei che incarna la vera persona credente all'interno di ogni momento della sua vita; da lei dobbiamo imparare a mettere la Parola di Dio al centro della nostra vita, custodendo questo voto cittadino con fedeltà ma soprattutto vivendolo ogni giorno”.
Anche mons. Sergio Nicolli, durante i secondi vespri delle 18, ha ricordato l'esempio di Maria nell'ascoltare il Signore, sottolineando l'importanza di fare ciò che egli chiede al suo popolo. Il decano ha ricordato le due emergenze principali della società attuale: l'arrivo di nuovi profughi e il persistere della crisi economica, causa di nuove povertà anche tra le famiglie roveretane. Mons. Nicolli ha invitato i fedeli a continuare a vivere l'accoglienza nei confronti dei profughi, anche se a volte difficile e faticosa, ma sempre volontà di Dio. Parlando della crisi economica, ha poi ringraziato i fedeli per la loro generosità, citando il Fondo Straordinario di Solidarietà, nato tre anni fa, che ha raccolto ben 400.000 euro destinati per il 60% a famiglie roveretane e per il restante 40% a famiglie immigrate.
“In questa sede e in questa solennità dell’Ausiliatrice – ha detto – sento di poter rilanciare la provocazione offerta tre anni fa. “Continuiamo a crescere in questa generosità e a partecipare attivamente all’iniziativa del Fondo di solidarietà: sia con la condivisione economica che con la disponibilità al volontariato di accompagnamento”.
“Che Maria Ausiliatrice ci sostenga in questo cammino di solidarietà e di sobrietà e ci renda coraggiosi e lieti nel vivere l’amore fraterno”, ha concluso.
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