Torna Drodesera, con nuove ambizioni e un po' di profezia
E' decisamente “generativa” l'edizione numero trentacinque di Drodesera, festival che animerà dal 26 luglio al 2 agosto gli spazi della Centrale Idroelettrica di Fies, a Dro. Il tema recita infatti “Motherlode”, tradotto con “vena madre”. «Questa vena – spiegano gli organizzatori e in particolare l'art director Barbara Boninsegna – è costituita da uno dei metalli più preziosi al quale l’arte può e deve attingere per restituire una visione utile, complessa, stratificata, in una parola “aumentata”: la realtà».
Realtà, dunque. Declinata però, secondo le regole del gioco di Centrale Fies, vale a dire senza (ormai) alcun vincolo di linguaggio: danza, teatro, musica, video, multimedia… ingredienti mescolati a piacimento e ormai passati sotto il nome omnicomprensivo di “live-art”.
In oltre tre decenni l'evoluzione è stata la parola d'ordine di un festival che – fin dalle prime battute nel cuore della borgata droata – ha fatto della sperimentazione, dell'avanguardia la sua ragion d'essere. Ma con un punto fermo: la capacità di calarsi nel filone dorato della vita concreta e rimodellarla. Al punto da far dire ai promotori, non senza giustificata ambizione (visto il bagaglio di esperienza, vitalità e successo) e con una certa dose, potremmo dire, di profezia: «L’arte tenta anche oggi di mantenere il suo compito primario di rivelare ciò che non è ancora visibile e che lo diventerà in futuro o, al contrario, di cambiare i paradigmi riappropriandosi di un presente che guarda avanti attingendo dal passato». Premessa che genera, quantomeno, molta curiosità.
Giunto alla trentacinquesima edizione, Drodesera sceglie quest’anno di dividere i propri giorni di programmazione in due filoni principali. Dopo l’Opening di domenica 26 luglio – con la performance di Augusta Serapinas e l’inaugurazione della mostra collettiva The Abandoned Mines – da lunedì 27 a mercoledì 29 il festival sarà interamente dedicato alla terza edizione di Live Works Performance Act Award, il premio ideato da Centrale Fies e ViaFarini, rivolto ad artisti provenienti da tutto il mondo. Nove i progetti (e altrettanti artisti) selezionati dopo un periodo di residenza negli spazi della Centrale ai primi giorni di luglio. I progetti saranno mostrati nella forma definitiva al pubblico ed alla Giuria Internazionale del Premio (presieduta da Michelangelo Pistoletto) che ne decreterà il vincitore assegnandogli un premio in denaro ed un ulteriore supporto tecnico/logistico.
Dal 30 luglio al 1 agosto spazio alla programmazione “classica” del festival con alcuni dei migliori artisti attivi nel campo della performance e della danza. Dall'Italia arriveranno la Compagnia Abbondanza/Bertoni, Cosmesi, OHT office for a human theatre, Curandi Katz, Fanny & Alexander, Motus Mali Weil, Mara Cassiani, Marta Cuscunà Teatro Sotterraneo, Matteo Angius e Riccardo Festa. Da fuori confine: France Distraction (FR/BE), Navaridas & Deutinger (ES/AT), Alma Söderberg & Hendrik Willekens (SE/BE), Philippe Quesne (FR), Roger Bernat (ES).
Il festival si concluderà domenica 2 agosto con una giornata di Open Studio, mutuando la pratica delle “studio visit” che arriva dalle arti visive per adattarla al contesto performativo e teatrale: protagonisti di questo originale esperimento saranno Marta Cuscunà, Mara Cassiani, Hannes Egger, AngiUsFestA e Filippo Andreatta, che apriranno le porte dei propri “laboratori creativi” al pubblico per stabilire con gli spettatori/visitatori un rapporto di confronto e di stimolo reciproco che possa aprire nuove prospettive.
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