Mons. Bressan a Levico per l'annuale Festa dell'Emigrazione ha fatto richiamo al senso di corresponsabilità. Ricordati i 140 anni dall’arrivo dei primi emigranti trentini in Brasile
“Oggi nel mondo ci sono 232 milioni di persone costrette a vivere lontano dalla loro terra natia, erano 154 milioni solo 20 anni fa. E la metà sono donne. Cosa possiamo fare, tutti noi, per fermare questo fenomeno migratorio?”. Parole scandite dall'arcivescovo di Trento Luigi Bressan domenica scorsa, in una parrocchiale del Redentore gremita di gente, tante bandiere multicolori, arrivare da tutto il mondo per l'annuale Festa dell'Emigrazione organizzata dalla Trentini nel Mondo.
L'evento, quest'anno, ha voluto ricordare i 140 anni dall’arrivo dei primi emigranti italiani e trentini in Brasile. Non a caso sono stati scelti Levico e, più in generale, tutta la Valsugana. Qui, nel 1875, tante case si svuotate completamente. Tantissime famiglie che hanno lasciato tutto per cercare fortuna e lavoro in Sudamerica. Oggi, i loro discendenti di terza e quarta generazione sono tutti iscritti all'Aire. Sono ben 1.792 a Levico: 736 vivono in Brasile, altri 470 in Argentina e 221 in Svizzera.
E, come ha ricordato Cesare Ciola durante il momento ufficiale della festa, in Valsugana c’è la percentuale maggiore di emigrati brasiliani iscritti all’Anagrafe Italiana dei residenti all'estero. Dopo i 2.967 di Trento ci sono i 736 registrati a Levico, i 314 di Pergine, 308 a Novaledo, 266 a Roncegno: altri 207, inoltre, sono iscritti all’anagrafe di Borgo.
Durante la Messa il vescovo Bressan ha ripetutamente fatto richiamo al senso di corresponsabilità. “Che deve riguardare tutti, noi che ospitiamo i nuovi fenomeni migratori ma anche gli stessi rifugiati e migranti”, ha detto Bressan. “Non è vera giustizia costringere le persone ad andarsene dalle loro case. Dobbiamo essere strumenti di pace e lavorare per promuovere un dialogo reciproco per avvicinare culture e mondi tra loro così diversi”.
Domenica mattina la festa vera e propria. Tanti giovani per le vie del centro storico di Levico. Con tanti coordinatori dei 240 circoli sparsi nel mondo anche i 22 ragazzi, provenienti da otto paesi, che dal 1° al 21 luglio sono in Trentino con il Programma Interscambi Giovanili promosso dal Servizio Emigrazione e Solidarietà Internazionale della Provincia. Cinque arrivano dall’Argentina, sei i brasiliani, cinque dagli Stati Uniti e due dal Messico. Presenti anche una cilena, un boliviano, un uruguaiano ed un guatemalteco.
Una giornata all’insegna del ricordo e della memoria “che sono per noi – ha sottolineato il presidente della Trentini nel Mondo Alberto Tafner – valori importanti e le fondamento su cui costruire qualcosa di nuovo ed una comunità trentina viva più che mai. Anche se formata da tante gente così lontana tra loro ma con le stesse radici”. Dopo la Messa, allietata dalla Corale San Pio X di Levico, il saluto delle autorità in piazza della Chiesa con il sindaco di Levico Michele Sartori che ha donato alcune targhe di riconoscimento ad altrettanti giovani di origine levicense: Pamela Nussbaum, argentina di Resistencia (Chaco), 28 anni discendente della famiglia di Giovanni Conci, Juan Pablo Sotelo, 27 anni di Reconquista (Santa Fè), argentino, discendente di Pietro Moschen e Catterina Lorenzini, Andressa Luzia Poffo, brasiliana, 21 anni, di Blumenau (Santa Caterina) discendente di Ermenegildo Poffo ed Oscar Menapace, i cui avi facevano parte della famiglia Moschen.
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