“Insegnateci l’accoglienza”

L'incontro dei missionari trentini in vacanza. Un confronto sulla questione dei migranti e sui diversi stili di evangelizzazione. L'appello di don Caldera: “Aiutateci a cambiare i nostri concittadini”

Il “mal di campanile”, come chiusura sta contagiando nuovamente le nostre comunità in un momento in cui è in atto un grande sommovimento nelle parrocchie con l'istituzione delle Unità pastorali a causa della penuria di sacerdoti. Motivo del contendere sono i migranti, che molte collettività respingono e vorrebbero, pur nella disponibilità di strutture d'accoglienza, affibbiare ad altri. Di questi atteggiamenti di rifiuto si sono fatti portavoce i missionari trentini, tornati in famiglia per brevi periodi di vacanza, provenienti dai cinque continenti e molti da quegli stessi Paesi in guerra o in estrema povertà da dove partono migliaia di persone di tutte le età alla ricerca di condizioni di vita migliori in Europa.

Come da tradizione, infatti, il Centro Missionario Diocesano, con il responsabile don Beppino Caldera tornato al lavoro pur con le stampelle dopo un intervento ortopedico, ha organizzato questo incontro estivo, a cui hanno partecipato una trentina tra sacerdoti (fidei donum), religiosi e religiose. Si sono ritrovati in seminario lo scorso giovedì 9 luglio per confrontarsi sulle loro esperienze in terra di missione.

Le questioni locali riguardanti l'impatto con la realtà del migrante sono state provocatoriamente poste dallo stesso don Caldera. Il quadro che ne è uscito, anche se riferito ad alcune esperienze specifiche, è risultato – per usare le parole del padre comboniano Guido Oliana, insegnante di teologia a Giuba nel Sud Sudan – “mortificante, schizofrenico, incivile”, di totale chiusura, irriconoscibile rispetto all'atteggiamento di apertura, di dialogo e accoglienza del passato. Il riferimento era ad un'assemblea pubblica in paese, promossa per comunicare la disponibilità di utilizzare un edificio (privato-sociale) come centro di accoglienza profughi, dove il clima di respingimento della proposta si è fatto incandescente con affermazioni di intolleranza e razzismo. Altri missionari hanno condiviso il giudizio in base alle sensazioni raccolte in altri ambienti. Don Beppino ha così rivolto un appello ai missionari per avere un aiuto a convertire la gente di qui, dal momento che l'Europa che si dice cristiana non dà grandi lezioni in questa direzione. “Aiutateci – ha detto – a cambiare i nostri concittadini, ad avere cuore, ad amare chi si incontra sul cammino, specie se in difficoltà”, a formare “laici che sappiano parlare, accogliere e non tacere”.

I diversi stili di evangelizzazione è stato un altro tema che ha visto accendersi il confronto tra i missionari trentini. Il messaggio del Papa circa l'evangelizzazione che non deve essere considerata come proselitismo, ma come attrazione dei lontani, degli indifferenti e degli esclusi con la propria testimonianza, ha portato ad un allineamento anche in terra di missione, dove numerose sono le testimonianze di nuovi fermenti fra i cristiani e nel dialogo con le altre religioni. Don Elio Somavilla ha citato il caso della Somalia, paese lacerato dalle guerre e dagli odi tribali dove la vita di villaggio, faticosamente costruita con il contributo di molti amici (instaurando, fra l'altro, nuovi rapporti con scuole trentine) per accogliere bambini abbandonati ed ex schiavi, in trent'anni di vita, si sta dimostrando un esempio di solidarietà difficilmente riscontrabile nella realtà italiana e locale.

All'incontro erano presenti missionari di lungo corso, molti con più di 50 anni di attività nel mondo impoverito, che hanno poi concelebrato la Messa con il vescovo. Mons. Bressan ha ricordato santa Paolina Visintainer (1865-1942), di cui ricorrono i 140 anni dalla nascita, maestra di missionarietà e accoglienza, annunciando il viaggio in Brasile, il prossimo autunno, di una delegazione diocesana per partecipare alle celebrazioni in ricordo della religiosa a Nova Trento, nello Stato di Santa Catarina.

Fra le novità, il ritorno in diocesi dal Ciad, fra quattro mesi, di don Guido Piva dopo 9 anni di servizio pastorale. Gli subentrerà don Sandro de Pretis, attualmente impegnato in Estremo Oriente. Don Angelo Gonzo tornerà invece in Bolivia, dove ha già svolto il suo servizio pastorale per 14 anni, lasciando la parrocchia di San Giuseppe.

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