È stato inaugurato, domenica pomeriggio a Madonna di Campiglio, il laghetto artificiale Montagnoli, un bacino artificiale per la raccolta d'acqua utilizzata nei mesi invernali per l'innevamento programmato sulle piste da sci. L'opera, nella sua fase di progettazione e di realizzazione, era stata contestata da alcuni settori dell'ambientalismo locale.
A lavori conclusi il bacino idrico si presenta forse meno impattante di quanto temuto e fra qualche anno potrebbe essere ammirato come una piccola perla dell'opera dell'uomo e non della natura anche se sfrutta le risorse naturali come già accaduto per il laghetto alpino di Serodoli – per dirla con l'avvocato Luigi Olivieri – costruito in occasione della realizzazione delle prese e delle condotte di adduzione alle centrali idroelettriche e ora strenuamente difeso come prezioso patrimonio naturalistico.
Alla cerimonia con le autorità locali – il sindaco di Pinzolo Michele Cereghini e di Ragoli Matteo Leonardi – e il presidente del Parco Adamello-Brenta Antonio Caola, erano presenti il presidente della Provincia Ugo Rossi, il presidente della Società delle funivie Sergio Collini e il vescovo Luigi Bressan che ha benedetto l'opera auspicando, come hanno ribadito nei loro indirizzi di saluto un po' tutti, un utilizzo intelligente ed equilibrato nel rispetto dell'acqua considerata bene comune. Erano presenti anche numerosi presidenti di Regola di tutto il Trentino che hanno tenuto nel vicino rifugio la loro assemblea annuale.
Ad allietare l'evento la Banda sociale di Ragoli, il comune proprietario dei siti sui quali è stato costruito in tempo recor, il bacino battezzato come lago Montagnoli per un investimento complessivo di 8 milioni di euro. Capace di uno stoccaggio di circa 200 mila metri cubi d'acqua, l'invaso si trova a valle del rifugio Montagnoli, in località Pian della Zedola, in zona Spinale a 1.764 metri di quota. È lungo 360 metri, largo 120 e profondo 12. Il perimetro è di un chilometro, percorribile a piedi. Nelle aspirazioni può essere sfruttato d'estate come meta escursionistica.
L'individuazione del luogo è stata determinata in base alla morfologia del territorio, considerata idonea alle finalità prefissate, dalla conformità urbanistica, dal facile accesso e dall'ottimale funzionamento idraulico con sale pompe in grado di smistare a seconda delle necessità acqua alle piste Fortini Valle, Grostè Valle, Intermedia Grostè, Zeledria Valle, Spinale Monte, Boch Valle e Patascoss. Si tratta di una risposta tecnico-idraulica alla carenza di acqua stoccata divenuta ormai cronica e sempre più preoccupante, per quanti sull'attività degli sport invernali traggono vantaggi collettivi e individuali.
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